Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mamma e figli in bicicletta Diario di un percorso a ostacoli

Fonte: L'Unione Sarda
20 novembre 2012


IL TEST. Il racconto di una giornata qualunque, tra entusiasmo e rischi
 

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A Cagliari una passeggiata in bici con i propri figli , per giunta piccoli, diventa una missione difficile, quasi impossibile. E le piste ciclabili hanno risolto poco o nulla. Provare per credere.
Per mamme e bambini decisi a fare una gita da Monte Mixi al centro l'appuntamento è alle dieci di un giorno feriale di fronte allo stadio Amsicora. I piccoli sono meglio equipaggiati delle mamme: caschetto in testa, ai gomiti e alle ginocchia le protezioni anti-caduta stile super eroi . Nelle bici delle madri invece rigorosamente è montato lo specchietto retrovisore, per controllare i pargoli in fila indiana.
SI PARTE Per raggiungere la pista ciclabile di via dei Conversi, bisogna fare un primo tratto decisamente pericoloso: via dei Salinieri e via Cagna . Le auto sfrecciano veloci a fianco della piccola comitiva, i bambini entusiasti per la mattinata fuori dal comune non si accorgono fortunatamente di una vettura che li sfiora. La paura di proseguire è grande ma dire ai bambini di tornare a casa è difficile. Impensabile. Si va avanti con il fiato in gola. Via dei Conversi è leggermente in salita e non bisogna distrarsi perché la pista ciclabile, percorribile sono da metà strada, è disegnata proprio a fianco alla carreggiata dove gli automobilisti pensano di essere in una pista di Formula Uno.
PRIMO OSTACOLO Alla rotonda di via dell'Abbazia sorge un altro problema: la corsia preferenziale gialla, quella dei ciclisti, finisce. La decisione delle mamme è istantanea: «Bambini, attraversiamo la strada a piedi». Impossibile sperare il rondò in sella alla bici, le auto e le moto non hanno nessuna pietà per la tenera compagnia sempre più spaventata. Così si arriva in via Tuveri. Divertente solo per i più piccoli però. Sembra una sorta di gimkana, le vetture sono spesso parcheggiate in seconda fila, in diversi palazzi ci sono i lavori in corso e di vigili neanche l'ombra.
PIAZZA REPUBBLICA Meta raggiunta: Piazza Repubblica, finalmente. Ed ecco la pista ciclabile tanto sospirata di via Dante sino a Piazza Giovanni. Pericolo scampato? Tutti al sicuro, mamme e bambini al seguito ormai sorridenti? No. Perché la mamma apripista deve difendere il resto della ciurma dallo sportello della vettura che si parcheggia al confine della linea di delimitazione della pista ciclabile. Per capirci meglio i passeggeri delle auto che si devono parcheggiare e scendere per raggiungere il marciapiede, se sono appena distratti rischiano di sbattere in faccia lo sportello a chi sta sopraggiungendo in bicicletta. Certo perché i parcheggi di via Dante confinano proprio con la linea della pista ciclabile tanto attesa dai cagliaritani..
NIENTE RASTRELLIERE In più l'idea di fermarsi per lo shopping è presto abbandonata: non esistono le rastrelliere. Così, all'altezza di piazza San Benedetto, la decisione: una telefonata ai papà, venite a prenderci con la macchina grande, torniamo a casa. I bimbi sbraitano, ovviamente. La prossima escursione in bici? Al parco di Molentargius.
Laila Di Naro
 

VISTE DAGLI STRANIERI. Parla il tedesco Markus Zimmerhackl

«Un ottimo inizio»

«Per cambiare la cultura serve un lavoro lento»

«La rivoluzione deve essere lenta, perché tutti la possano capire e digerire». Markus Zimmerhackl , tedesco di Weinheim, da 26 anni in città, parla dall'alto degli oltre 40mila chilometri di piste ciclabili realizzati in Germania: «Le corsie disegnate dalla Giunta sono un ottimo punto di partenza. Ma devono essere completate con percorsi urbani e soprattutto extraurbani».
Cinquant'anni, insegnante, usa la bici regolarmente «anche per andare al lavoro, spesso seguo la pista di via Dante», e non ritiene pericolosi i tracciati del centro: «Spesso ci porto anche mio figlio», dice per fugare ogni dubbio. Il confronto con la Germania però non regge: «Lì le piste sono un'altra cosa. Oltre ai percorsi nelle città, ci sono molti tracciati che portano fuori dai centri abitati. Qui, se vuoi uscire da Cagliari, non hai nessuna protezione. A parte la pista sulla strada per Villasimius, mancano tutte le altre direttrici. Pula, Assemini, Quartu. Non è un caso che quasi tutti gli incidenti che vedono coinvolti i ciclisti avvengano fuori città».
Certo, i circa sette chilometri di corsie ciclabili a Cagliari sono solo una goccia nel mare: «Questa amministrazione ha dimostrato coraggio, ma deve insistere, con gradualità. Solo così si può cambiare la cultura della gente». ( m.r. )  
 

VISTE DAI CICLISTI. «Serve un itinerario riservato in via Vesalio»

«Dateci nuove corsie»

Ora si può caricare la mountain bike sul metrò

Un'altra battaglia vinta. Dopo la realizzazione delle prime piste nel cuore della città, il popolo dei pedali ha ottenuto un altro risultato. Da ieri le biciclette si possono trasportare a bordo della metropolitana leggera. «Ci sarà un mese di sperimentazione durante il quale il trasporto sarà gratuito», spiega Virgilio Scanu , presidente dell'associazione Città Ciclabile, «successivamente si pagherà per la bici un biglietto equivalente a quello di un secondo passeggero». Il trasporto sarà però vietato nelle ore di punta, dalle 7,40 alle 8,40 e dalle 12,30 alle 14 nei giorni feriali del periodo scolastico. «Il primo bilancio sulle piste non può che essere positivo», afferma, «gli utilizzatori sono sempre di più, non resta che attendere che la rete sia completata. Sappiamo che il finanziamento c'è, ma ovviamente ci saranno tempi tecnici da rispettare».
Fiducioso anche Andrea Olla , socio fondatore degli “Amici della bicicletta”. «Dalle ultime notizie ricevute, credo che ci vorrà un anno per veder realizzate le prossime piste, colpa della burocrazia. Siamo del parere che qualcosa possa essere fatta prima, con pochi soldi. Abbiamo proposto, ad esempio, di rendere ciclabili i marciapiedi di via Torricelli e via Vesalio, in modo da consentire ai ciclisti di spostarsi in sicurezza da piazza Giovanni a Terramaini». ( p.l. )