Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel nome dei nostri figli

Fonte: L'Unione Sarda
19 novembre 2012


Fiaccolata dei genitori di 230 giovani vittime della strada
 

«Si istituisca il reato di omicidio stradale»
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Era un venerdì apparentemente come tanti, c'era un bel sole su Cagliari alle 15. Era il 16 novembre 2010, Mirko Melis, cagliaritano, 22 anni, era uscito col suo motorino. «Mezz'ora e torno», aveva detto ai suoi genitori. A casa non è più tornato, un tamponamento, Mirko perde il controllo del suo Zx, il volo sull'asfalto e la tragica fatalità ha voluto che una macchina in quel momento passasse nelle direzione opposta, travolgendo quel corpo ormai privo di sensi. Il resto sono fotogrammi carichi di dolore: la corsa in ambulanza, al Brotzu, il coma per 26 giorni. I medici son chiari sin dall'inizio. «Ma noi ci sparavamo», racconta Melis Edoardo, il padre. «Era generoso, pronto a rinunciare a tutto per gli amici», la voce si strozza in gola.
CATTEDRALE GREMITA La Cattedrale è gremita. È la giornata delle vittime della strada. All'interno un centinaio di palloncini colorati, su ognuno una scritta: Daniele ti vogliamo bene, Vale finché vivrò tu vivrai in me. Le lacrime rigano i volti dei presenti, per alcuni la ferita è freschissima, per altri meno, ma il tempo contro un dolore così grande non può niente. Leonardo Secci, 16 anni, era orgoglioso di Andreina Pisano, sua madre. «Quella mattina ero uscita presto di casa, Leo entrava alla seconda ora, alle 8 e trenta lo chiamai per assicurarmi fosse sveglio», racconta con le lacrime agli occhi. «Mi son fatto la doccia, son pronto per partire», gli rispose. Le sue ultime parole. Alle 9 e 24 il telefono squilla a vuoto. Era stato stato travolto da una Ford Fiesta che viaggiava a 150 all'ora. Era il 12 aprile del 2010. La morte è immediata, i sogni spazzativi via in un lampo.
ALTRI FOTOGRAMMI È il 28 giugno 2010, sono le 21 e trenta, Michele Palmas, 19 anni, di Quartu, è in macchina con altre cinque persone. All'altezza di Cala Regina il conducente perde il controllo della vettura, restano tutti illesi. Michele muore sul colpo. «Era solare, sempre sorridente, affettuoso, e tifoso sfegatato del Cagliari», Gigliola Puddu, la madre, da quel giorno vive nel dolore. «Era il figlio che ogni mamma desidera».
LA FIACCOLATA Alle 18 sono in 230, inizia la fiaccolata, viale Regina Elena, via Garibaldi, sino al palazzo di Giustizia. Si fermano una decina di minuti, danno le spalle al palazzo. «Una protesta silenziosa, contro una giustizia ingiusta che offende la dignità delle vittime», spiega Cinzia Cinus, rappresentante provinciale Aifvs, Associazione italiana familiari vittime della strada. «Aspettiamo che l'omicidio stradale diventi legge». Ci sono anche il sindaco Massimo Zedda, il vicesindaco Paola Piras e l'assessore al Traffico Mauro Coni. Poi la marcia riprende, sino a piazza Deffenu. Mancano pochi minuti alle 20, i palloncini si librano in cielo. La pioggia all'improvviso sembra farsi più forte.
Sara Marci