Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Deledda e Mafhouz, incontri ravvicinati

Fonte: La Nuova Sardegna
3 novembre 2008

LUNEDÌ, 03 NOVEMBRE 2008
Pagina 22 - Cultura e Spettacoli

A Cagliari si è tenuto venerdì un primo confronto tra istituzioni culturali e universitarie sarde e egiziane
L’autrice di «Canne al vento» è tradotta e studiata anche al Cairo

CAGLIARI. Un mondo variegato quanto sconosciuto. È quello descritto dalla letteratura araba, di cui, ad eccezione forse delle «Mille e una Notte», in Italia conosciamo davvero poco. Eppure si tratta di una cultura destinata ad entrare con sempre maggiore forza nelle nostre case e con cui esistono, nonostante le apparenze, molte affinità. Come quelle che si ritrovano nelle opere dei due premi Nobel per la letteratura la nuorese Grazia Deledda e l’egiziano Naguib Mahfouz. Se ne è parlato nell’incontro allestito dal teatro Alkestis che si è tenuto venerdì sera all’Hotel Mediterraneo a cui hanno partecipato anche Giovanna Cerina, docente di semiotica del testo e tra i massimi esperti dell’opera del Nobel sardo per la Letteratura Grazia Deledda, Radhouan Ben Amara, docente di letteratura inglese, Paola Viviani della seconda università di Napoli, Moheb Saad dell’Università Ayn Shams e Wassim Dahmash, ricercatore di lingua e letteratura araba dell’Università di Cagliari. Due scrittori, Deledda e Mafhouz che nelle loro opere hanno descritto, da osservatori acuti e disincantati, la società, le situazioni e i personaggi dell’ambiente in cui sono vissuti. Nuoro, l’universo esplorato dalla scrittrice sarda, e il Cairo il secondo.
Due scrittori del realismo sociale, che hanno contribuito a rendere fruibile, e quindi a diffondere, il romanzo anche fra i ceti popolari. Attraverso l’uso del neo-arabo lo scrittore egiziano e dell’italiano la scrittrice nuorese, nata sardofona. Della Deledda si sa molto, in Sardegna e non solo. Le sue opere sono tradotte in molte lingue. Stupisce però sapere che anche in Egitto l’autrice sarda è studiata nell’università del Cairo Ayn Shams, dove ogni quattro anni circa Moheb Saad tiene dei corsi monografici per i circa duemila studenti di italianistica. Solo tre delle sue opere sono tradotte in arabo: «Elias Purtolu», tradotto come «Il peccato madornale», «La Madre», tradotto come «L’amore peccaminoso» e «Canne al Vento». Mahfouz invece, oltre che romanziere, è stato autore di sei pièce originali del teatro dell’assurdo. Nelle sue opere descrive i mendicanti e gli intellettuali con una implicazione psicologica di raro acume. Nonostante la censura, di cui faceva parte, riuscì a far passare lucide analisi, critiche severe e feroci condanne al potere, ha detto Paola Viviani.
«Se oggi conosciamo qualcosa in più di Mahfouz è anche merito del Teatro Alkestis - ha detto Giovanna Cerina - che con il progetto Carovane Mediterranee di Arte e di Pace sta tentando una grande avventura in linea con il programma di cooperazione Euro-mediterranea Empi, di cui la Sardegna è capofila. «L’Alkestis - ha continuato la Cerina - si sta qualificando come istituzione pilota, perché sta aprendo non solo un importante dialogo culturale, ma uno ben più ampio a partire dalla grande civiltà egiziana».