DOMENICA, 02 NOVEMBRE 2008
Pagina 2 - Cagliari
Sindacati contro il ministro: «La musica va difesa»
CAGLIARI. La fine del teatro lirico è dietro l’angolo: il ministro dei beni culturali Sandro Bondi ha annunciato tagli drastici sul fondo unico per lo spettacolo già a partire dal 2009. Il contributo destinato alla fondazione cagliaritana verrebbe ridotto della metà, il che - sostengono le rappresentanze sindacali unitarie - significherebbe la morte per fame del lirico e trecento persone per la strada: «Il ministro - è scritto in una nota distribuita nei giorni scorsi dal sindacato - afferma che lo Stato è tenuto solalemte alla salvaguardia di alcuni punti di eccellenza, identificati nella Scala di Milano e nell’Accademia Santa Cecilia di Roma».
Dietro questa situazione sarebbe l’eccessivo indebitamento delle fondazioni, che secondo Bondi è legato in prevalenza ai costi fissi per il personale. Secondo le Rsu «i veri costi sono dovuti agli sperperi causati da dirigenti pagati a peso d’oro, frutto avvelenato di spartizioni politiche, non considerando invece che tali incarichi dovrebbero essere conferiti a manager di indiscusse e riconosciute capacità imprenditoriali». Per le Rsu «i bilanci sono gravati da costi talvolta dovuti a gestioni obbligatoriamente clientelari piuttosto che rivolti a una sana crescita dell’azienda anche in termini di occupazione». Ecco perchè i sindacati «hanno denunciato più volte negli ultimi dieci anni gli sprechi legati alla cattiva organizzazione del lavoro, all’incapacità progettuale e gestionale rendendosi comunque collaborativi nell’intento di offrire alla collettività un servizio unico come lo spettacolo dal vivo, che non ha bisogno di effetti». I sindacati richiamano alla protesta tutti i sardi, perchè lancino un appello sl governatore Renato Soru, al presidente della Provincia Graziano Milia, al sindaco Emilio Floris e a tutti i parlamentari che rappresentano l’isola a Roma «perchè intervengano nelle sedi istituzionali per difendere la più importante industria culturale isolana». Industria che - almeno in città - ha cominciato a difendersi da sola con la gestione Pietrantonio, che ha chiuso gli ultimi tre bilanci in sostanziale pareggio anche se resta a gravare sui conti della Fondazione buona parte delle perdite maturate dalla gestione precedente. Senza quelle, Cagliari non correrebbe alcun rischio di chiusura e il ministro Bondi non potrebbe parlare di indebitamento.