Le aree di Cagliari, Quartu e Iglesias rischiano di perdere 13 milioni
Dov'è finita la Sardegna? Tra le regioni che potranno beneficiare delle agevolazioni destinate alle imprese delle “Zone franche urbane” l'Isola non c'è. Ad escluderla è stato il Governo che, nel Decreto Crescita varato venerdì, destina gli incentivi solo alle regioni svantaggiate dell'Obiettivo Convergenza. “Gruppo” a cui non appartiene la Sardegna (fuori dall'Obiettivo 1 dal 2007), ormai entrata a far parte di un nuovo regime di aiuti (Obiettivo competitività). Ad accorgersi dell'esclusione è Confartigianato che, con una lettera a Regione e parlamentari sardi, fa rimbalzare l'allarme da Cagliari a Roma chiedendo un intervento riparatore in sede di conversione in legge del decreto, che ora va al Senato. «Bisogna intervenire per modificare la norma».
LE CONSEGUENZE Quanto l'esclusione pesi sulle imprese sarde lo si capisce analizzando i vantaggi che verrebbero a perdere. Ci sono in ballo incentivi fiscali (l'esenzione dalle imposte sui redditi, dall'Irap e l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali) ma anche soldi, tanto più utili in un momento di forte crisi di liquidità e di stretta creditizia da parte delle banche. Ben 13,2 milioni di euro erano stati già destinati alle tre uniche zone franche urbane riconosciute dal Cipe in Sardegna: quella di Cagliari (Sant'Elia), Quartu (Is Arenas) e Iglesias (Centro storico e Serra Perdosa). Nonostante gli impegni, però, l'esecutivo aveva poi congelato i finanziamenti e reso inutile tutti i progetti fino allora messi a punto. Ora il Governo Monti ha riaperto il discorso, resuscitando le zone franche urbane e le relative agevolazioni per le imprese nel Decreto Crescita. Di fatto, con i nuovi parametri legati all'Obiettivo Convergenza, delle 22 Zfu riconosciute nel 2008 in tutta Italia dal Cipe si salvano solo quelle di quattro regioni, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. La Sardegna resta fuori dalla partita, con l'esclusione delle tre zone franche già riconosciute e di altre 8 in lizza (Carbonia, Assemini, Sassari, Nuoro, Olbia, Selargius, Alghero, Nuoro), potenziali destinatarie di nuovi finanziamenti.
IL REGIME Le zone franche urbane sono disciplinate dalla legge 296 del 2006. Si tratta di un regime di aiuto, considerato compatibile con le norme sulla concorrenza dell'Ue, avviato con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro. Con questi soldi erano state selezionate 22 Zfu nelle quali favorire lo sviluppo imprenditoriale e l'occupazione. «Obiettivi - spiega Filippo Spanu, segretario regionale di Confartigianato - che avevano convinto le amministrazioni comunali a sottoscrivere un protocollo d'intesa con il Governo Berlusconi nell'ottobre 2009. Un'operazione sepolta dal ministro Tremonti, anche se il processo amministrativo è rimasto vivo, con le zone già selezionate, così come i finanziamenti». Un regime di aiuti automatico che consentirebbe alle imprese, e in particolare a quelle artigiane, di ricevere i finanziamenti a tamburo battente, senza incorrere nei limiti e negli ostacoli di spesa che intralciano molti fondi regionali ed europei. «È quello che serve alle nostre imprese», evidenzia Confartigianato, «strumenti di incentivi meno intensi ma che permettano di spendere in fretta i soldi dando risposte immediate all'occupazione».
Carla Raggio