Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il day after della sinistra tra crisi e autoanalisi

Fonte: La Nuova Sardegna
16 aprile 2008

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Abbiamo perso», taglia corto Gian Mario Selis, consigliere comunale del Pd, già condidato sindaco del centrosinistra. «Abbiamo accusato il colpo, ora si tratta di non deprimerci». In città, però, i numeri dicono che il partito di Veltroni è cresciuto, se rapportato ai risultati precedenti dei partiti che lo compongono. In città nelle politiche del 2006, alla Camera, l’Ulivo (con all’interno gli stessi partiti che hanno formato il Pd: Ds, Margherita e Progetto Sardegna) aveva riportato il 31,3 per cento dei voti, l’altro ieri il Partito democratico il 36,2. «Sì - continua Selis - qualche elemento positivo c’è, ma ora è il momento della riflessione». Sempre sul voto alla Camera, nel centro destra il Pdl ha ottenuto il 43,6 per cento. Due anni fa gli stessi partiti il 39,2 per cento. In valore assuluto, il guadagno maggiore l’ha avuto il Pd, mentre se si sommano tutti i voti del centrodestra (Udc, il partito di Ferrara e la Destra) si ottiene il 50,3 per cento. Nel 2006, invece, la stessa percentuale l’aveva avuta il centrosinistra e gli avversari erano rimasti sotto il 50. «In rapporto alle precedenti politiche - commenta Anselmo Piras, Forza italia, assessore comunale alle Politiche sociali - abbiamo recuperato circa quattro punti e questo vuol dire molto. Anche che la Regione non può governare senza concertare. Poi va detto che questi voti avuti dal Pdl sono tutti nostri: i Riformatori hanno votato l’Udc, non noi. In città il risultato porta a un rafforzamento del sindaco Emilio Floris, anche in una prospettiva di guida della Regione sarda». Nel centro destra, però, c’è anche chi piange: l’Udc è passato dall’8,1 per cento del 2006 al 4,4, con numeri quasi dimezzati. «In questo risultato - spiega Massimiliano Tavolacci, consigliere comunale dell’Udc - vi sono anche molte ragioni nazionali. Io ero candidato e posso dire che ha avuto un certo peso il discorso del “voto utile”». In rapporto all’ultima consultazione ci sono stati anche circa cinquemila persone (il 5 per cento) di elettori che non si sono recati alle urne. «Sì - continua Tavolacci - e credo che sia noi, che altri partiti minori si sia sofferto di questo fatto. Ad ogni modo la nostra fedeltà politica all’alleanza, in Comune, non è in discussione. Anche se continuamo a mantenere il nostro atteggiamento autonomo e, quindi, a volte critico su alcune questioni». Tra i dati che hanno caratterizzato queste elezioni c’è il crollo rovinoso della Sinstra arcobaleno, dove erano confluiti Rifondazione comuniasta, i Comunisti italiani, Sinistra democratica (i mussiani usciti dai Ds) e i Verdi. A Cagliari questa formazione è passata dal 13 e mezzo circa di due anni fa al 3,3. Ma il risultato è ancora peggiore dei numeri visto che nel 2006 i componenti di Sinistra democratica erano ancora coi Ds. «Questa sconfitta la ritroviamo in tutta Italia - precisa Massimo Zedda, consigliere comunale di Sinistra democratica - ora però dobbiamo ricostruire sulle macerie. Qualcuno dice: si tratta delle politiche... Attenzione a non andare ancora peggio. Il discorso del “voto utile?”, forse può avere influito, ma le colpe della sconfitta sono tutte nostre». Sulla poesia si rifugia invece Radhouan Ben Amara (consigliere comunale dei Comunisti italiani): «La politica è come la poesia, è ciò che ci rimane quando abbiamo perso tutto». Poi ritorna alla prosa: «Il progetto arcobaleno era già nato morto. Non dovevano allearci nè con la Sinistra democratica, nè coi Verdi, ne rinunciare al nostro simbolo. Poi abbiamo avuto poco tempo per la campagna elettorale e nessun coordinatore (Luigi Cogodi non può farlo). Ora dobbiamo ritrovare ciò che è stato perso». Per il centrosinistra, la sconfitta è generale: «Adesso - spiega Marisa Depau, Pd - in attesa delle Regionali, qualcosa va modificato. Questo risultato deve far riflettere: occorrre, a tutti i livelli, una maggiore concretezza, altrimenti non si va avanti». Nello stesso tempo, però, «i dati cittadini del Pd sono molto significativi - commenta Ninni Depau, Pd - e prefigurano il Pd come il partito della grande area urbana. Un quadro che va visto in evoluzione e con cui tutti devono confrontarsi. Non credo poi che la Sinistra arcobaleno sia stata cannibalizzata dal Pd. Voglio dire che il discorso non è solo tecnico, ma soprattutto politico».