PORTO»LE NUOVE REGOLE DELL’UE
Le attività dello scalo divise in essenziali e non essenziali: il regolamento arriverà tra un mese, 170 ditte col fiato sospeso
CAGLIARI Le autorità portuali italiane si stanno arrampicando sugli specchi per affrontare la scadenza delle concessioni degli spazi, quella di Cagliari non fa eccezione. Se il ministero non prorogherà, come ha già fatto, la scadenza e quindi si assumerà la responsabilità davanti all’Europa di dare tempo ai concessionari per riorganizzarsi secondo il vangelo della libera concorrenza, 190 operatori del porto di Cagliari, per un totale di 811 dipendenti, si troveranno senza lo spazio in cui hanno lavorato anche per decenni. Il rimedio bisogna cercarlo nelle pieghe del regolamento che la commissione tecnica dell’autorità portuale ha sul tavolo e che probabilmente sarà finito nel giro di un mese.Il regolamento ha un canovaccio rigido, dettato dalla normativa europea. «Ma – spiega Roberto Farci – segretario generale dell’autorità portuale – noi abbiamo intercettato la potenziale possibilità di distinguere tra servizi essenziali alla portualità e servizi non essenziali». Per i primi si potrà ragionare su un’ipotesi di proroga, per i secondi è facile credere che nessuno si assumerà la responsabilità di metterli al riparo della direttiva Bolkestein, quella che fa scadere le concessioni degli spazi pubblici e quindi impone le gare senza privilegi. Prima «in situazioni simili vigeva il diritto di insistenza – spiega il dirigente – a parità di offerta, chi aveva già la concessione per lo stesso spazio poteva mantenerlo. Ora, con la disposizione dell’Unione eruopea, questo tipo di esigenza viene superato dalla necessità di ampliare la concorrenza». La «potenziale possibilità» di salvare per un po’ le concessioni è affidata al parametro dell’essenzialità del servizio, ma il segretario generale spiega che questa strada non sarà un modo per deviare del tutto al percorso della libera concorrenza imposto dall’Ue: «L’essenzialità dei servizi portuali sarà valutata non su quello che c’è, ma su ciò che è veramente essenziale per il del porto». Elenco dei concessionari alla mano, si possono fare tre distinzioni: quelli che hanno una concessione per attività turistico-ricreative, circa 20 titolari, possono stare tranquilli fino al 2015 perché è quella la data della scadenza della proroga, gli altri, cui la concessione scade il 31 dicembre, sono per la maggior parte responsabili di servizi indispensabili alla vita del porto. La quota di «non essenziali» è calcolata in circa il 15, 20 per cento della totalità dei concessionari. Il problema dei concessionari cagliaritani è doppio: oltre la scadenza, c’è il fatto che il piano regolatore ormai varato non prevede spazi in concessione proprio dove ci sono ora vari concessionari e i nuovi spazi non saranno pronti prima del 2015. (a.s.)