Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cultura nelle città, un ponte con Ferrara

Fonte: La Nuova Sardegna
4 ottobre 2012

Domani nel Festival Internazionale la mostra “A click forward” in collaborazione con il gruppo Hipstamatic Sardinia
 

di Walter Porcedda wCAGLIARI

Due città, e due regioni, assai diverse e lontane. Emilia Romagna e Sardegna. Ferrara e Cagliari. Nella prima città la cultura ha sempre avuto un posto centrale nella vita quotidiana, un ruolo predominante addirittura, fino a essere un simbolo coincidente con la sua immagine stessa. Nell’altra invece è la Cenerentola, ultima e dimenticata. Scarsamente sostenuta dalle istituzioni vede le poche briciole delle sue risorse spartite con il classico sistema d’antan dei contributi a pioggia che non porta da nessuna parte. Accontenta tutti e nessuno. Impossibile una programmazione di qualità senza scelte forti a monte, difficile trovare la via delle sinergie se si naviga a tentoni in una tentennante indecisione. Soprattutto se mancano spazi adeguati e capitali certi. Problemi aggravati dalla crisi economica, con la differenza che quest’ultima non colpisce in maniera uguale. In Emilia, ricca regione del Nord, i tagli nel settore della cultura si cerca di superarli coinvolgendo i privati in progetti condivisi. In Sardegna, gli sponsor, semplicemente non esistono. Di conseguenza difficile, se non impossibile, è imbastire piani di rilancio e sviluppo. La città come luogo della cultura (quella vissuta e quella perduta) è diventata così l’occasione di un viaggio fotografico che vuole gettare un ponte proprio tra queste due diverse realtà, due differenti città e regioni. “A Click Forward”, uno scatto avanti, è una mostra parte di un progetto articolato in quattro atti, che all’interno del contenitore del Festival della rivista Internazionale si terrà da domani sino a domenica a Ferrara nello spazio del Mercato Coperto. L’elemento curioso – a ruoli rovesciati – di questa operazione targata Social Culture Ca-Fe è che è partita proprio dalla nostra isola. Qui è attivissimo il gruppo Hipstamatic (uno dei più interessanti d’Italia) costituito da fotografi evoluti che usando una particolare app sul proprio smartphone ricostruiscono ambienti e luoghi in modo originale nelle loro inquadrature. In collaborazione con il Centro studi Dante Bighi di Copparo è nata così la ricerca esposta a Ferrara: una esposizione – l’intento è di risvegliare la “genialità pubblica” – costruita da circa cento scatti di autori spontanei che “ritraggono con linguaggio istintivo e occasionale, immagini di spazi, dettagli di edifici, panoramiche di luoghi che evocano azioni future”. Fotografia cioè come mezzo di ricognizione urbana che segna ed evidenzia i vuoti e i pieni architettonici ma anche i futuri e possibili spazi di socialità. «Come quelli da riconvertire suggerendone anche gli opportuni riutilizzi – dice Roberto Murgia animatore di Hipstamatic Sardinia – L’obiettivo è quello di raccogliere un insieme di tanti sguardi locali uniti da un’estetica globalizzata, cento frammenti di una città ideale».