Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Impianti sportivi, le bollette pagate ancora dal Comune

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2012


TERRAMAINI.

Polemica in Consiglio
 

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In un periodo in cui il Comune è costretto a centellinare ogni euro, dopo i tagli imposti dal governo Monti, c'è una voce di spesa che solleva più di qualche perpressità tra i consiglieri della Municiaplità: è quella che fa riferimento alle bollette per acqua ed energia eletettrica dei campi sportivi di Terramaini. Nel 2008 la precedente amministrazione ha stipulato una convenzione per 9 anni con un consorzio di cinque società sportive, «Lo sport a Pirri», che prevede il pagamento di un canone agevolato di 9.000 euro all'anno più «l'obbligo della manutenzione ordinaria e il pagamento delle utenze necessarie per consentire lo svolgimento delle attività sportive negli impianti», è scritto nella convenzione.
In pratica, il consorzio, una volta occupata la struttura, avrebbe dovuto affettuare la voltura dei contratti con Enel e Abbanoa. Invece, da più di quattro anni, gli stessi contratti continuano a essere intestati al Comune che, puntualmente, paga. La denuncia arriva da Gabriele Anedda, presidente della commissione Sport della Municipalità, che con un documento approvato a larghissima maggioranza dal parlamentino, chiede l'intervento del Comune affinché, tra le altre cose, «verifichi eventuali responsabilità all'interno dell'amministrazione laddove vi fosse stato un danno economico per i cittadini». A parziale discolpa del consorzio, in effetti, va detto che le richieste di voltura sarebbero state comunque presentate. «È vero», conferma Anedda, «ma questo non giustifica il loro silenzio successivo che ha fatto sì che le bollette di luce e acqua continuasse a pagarle il Comune».
In pratica, se avessero avvertito il Comune che non pagavano le utenze, il problema oggi non esisterebbe. Da una parte, dunque, c'è il silenzio delle società, dall'altra, però, stupisce l'amnesia del Comune, che paga oneri che non sono di sua competenza. «Il problema è che nessuno controlla», spiega ancora Anedda, «altrimenti questa situazione non si sarebbe verificata». «Il Comune dovrebbe prestare maggiore attenzione alle sue proprietà», aggiunge Salvatore Cuboni, vicepresidente supplente del consiglio. «Sullo sport nessuna amministrazione può pensare di fare cassa, ma neanche farsi carico di spese che le competono. Perché quei soldi», dice ancora Cuboni, «escono sempre dalle tasche dei cittadini». (ma.mad.)