Rassegna Stampa

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Contributi alla Cultura, la proposta di Rodin (Pd): diamoli solo a chi assume e non ha debiti e proc

Fonte: web Castedduonline.it
27 settembre 2012


26/09/2012 12:38

di Fabrizio Rodin, presidente commissione Politiche Sociali

A sedici mesi dall’inizio dell’avventura della nuova amministrazione del Comune di Cagliari il dibattito sul ruolo e l’importanza della cultura nella politica amministrativa della città giunge ad un punto cruciale.
Iniziato nella cosiddetta società civile (con l’esperienza di Laboratorio5), il dibattito di confronto e proposta sui temi della cultura arriva ora a completa maturazione anche all’interno della maggioranza di governo della città. Non si tratta di uno scontro polemico o strumentale, si tratta di un vero dibattito che si è aperto con chiarezza durante l’ultimo incontro di maggioranza lunedì 24 settembre scorso. Dibattito che sicuramente proseguirà.
Si delineano due distinte e legittime posizioni sul ruolo che chi amministra la città deve dare al problema cultura. Da una parte c’è chi sostiene che l’erogazione dei contributi debba unicamente essere normata dal regolamento la cui applicazione deve essere demandata ai dirigenti del servizio, dall’altra coloro (io sono fra questi) che invece ritengono che PRIMA di erogare i fondi, la Amministrazione debba effettuare una scelta precisa di indirizzo. Mi spiego meglio.
A mio parere la “diversità” di questa esperienza di amministrazione del centrosinistra a Cagliari deve marcare discontinuità soprattutto nell’utilizzo della cultura come strumento attivo della azione di governo. La cultura è veicolo di crescita per i cittadini; per questo è importante che chi ha responsabilità amministrativa decida quali sono le linee politiche da utilizzare per l’intervento in cultura.
Per me, prima di utilizzare lo strumento dei regolamenti per distribuire i fondi, devono essere fatte delle scelte vincolanti precise. Faccio degli esempi.
L’anno prossimo l’Amministrazione ritiene che il 20% delle somme da utilizzare per i contributi debba essere utilizzata per progetti rivolti ai bambini, altra percentuale per i quartieri periferici e altra ancora per progetti di inclusione sociale. Si tratta solo di esempi, ma credo che in questo modo si debba marcare una vera diversità di azione politica attraverso lo strumento della promozione della cultura. Conseguentemente a questa decisione, il regolamento dovrebbe essere strumento attuativo delle scelte politiche tramite la previsione di specifici parametri che, tra gli altri, debbano valutare la coerenza dei progetti proposti dai soggetti che producono cultura in città e le scelte dell’amministrazione
Se infatti noi non dessimo ai nostri elettori una precisa indicazione di cambiamento di senso nell’utilizzo della cultura nell’agire politico, quale differenza e discontinuità potremmo offrire a chi ci ha dato il voto?
Dire “noi siamo diversi perché agiamo secondo le regole e con trasparenza” a mio avviso non può bastare. Legalità e trasparenza sono dei pre-requisiti che devono essere patrimonio di tutti, al di là del loro colore politico e non delle finalità della azione politica. Una finalità della azione politica deve essere portare la cultura a tutte le fasce sociali, utilizzarla come strumento di emancipazione e di crescita per la città nella sua interezza, a prescindere dalla situazione economica. Questa è una finalità politica “alta”. È quella che io ritengo sia necessaria oggi.
Stiamo discutendo in questi giorni la bozza del nuovo regolamento di distribuzione dei contributi per le attività culturali ed il dibattito si preannuncia acceso e sicuramente fruttuoso vista la centralità che il tema riveste per tutti noi.
Credo, inoltre, che lo strumento regolamentare possa e debba avere caratteristiche politiche quali la premialità per chi offre assunzioni a tempo indeterminato, per i progetti che seguono le linee di indirizzo date dall’amministrazione e per chi offre presenza continua di intervento.
E ancora; assenza di procedimenti penali e di recupero crediti, capacità di sviluppo e finalizzazione contribuzione pubblica. La distinzione tra professionisti con la creazione di canali di contribuzione distinti.
Un altro fatto da prendere in considerazione è che gli eventi a titolo gratuito non solo non responsabilizzano lo spettatore – e le grandi rassegne internazionali hanno sempre un pubblico attento e informato e pronto al pagamento di biglietto – ma gravano totalmente sulle casse dell’erario e non responsabilizzano l’operatore in merito alla riuscita (o l’insuccesso) della manifestazione. Questo non significa che si debbano compromettere gli eventi popolari a ingresso gratuito ma non si può fare affidamento su di essi per ricostruire e riqualificare l’immagine della città.
Sono convinto che la nostra diversità risieda nella capacità che avremo di usare la cultura come elemento “attivo” della azione politica. La nostra finalità è rivolta infatti sempre a portare tutti i cittadini il diritto di fruizione e di educazione continua.
Questa è una finalità politica “diversa” rispetto al passato di Cagliari. Bisognerà attuarla con trasparenza e con il rispetto delle regole, ma senza rinunciare a proporre la nostra visione politica “alta”.
Il tema, mi rendo conto, è davvero importante e quindi non può essere chiuso al solo consesso consiliare che comunque sarà chiamato ad operare delle scelte. Non solo per gli operatori culturali che lavorano in città ma per i cagliaritani tutti.
Alcuni amici mi hanno fatto riflettere sul pericolo di cadere in un nuovo Min.Cul.Pop. e non mi sfugge che questo possa essere l’altra faccia della medaglia.
Per questo ho la necessità di avere le idee più chiare sul tema e capire se le critiche portate alla mia tesi sono davvero avvertite. O per capire se esiste una terza via.
Da questa disordinata riflessione discende un appello a tutti coloro i quali vorranno dare un contributo in termini di critica e di sostegno. Chiedo la collaborazione di tutti, operatori culturali e fruitori del loro lavoro, dotti e meno dotti, bianchi, neri o rossi che siano. Non sarebbe male, inoltre, se vi fossero anche interventi di chi ha responsabilità di carattere istituzionale, in modo da vedere la questione sotto tutti i punti di vista.
Mi occorre aiuto in questa scelta per portare in Consiglio comunale una posizione che possa contribuire ad una svolta nelle politiche culturali della città.
Ora tocca a voi.