Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scelti tre tecnici per supportare Abbanoa

Fonte: La Nuova Sardegna
18 settembre 2012

L’Autorità d’Ambito ha nominato un comitato con due direttori generali e un capo di gabinetto




CAGLIARI

L’Autorità d’Ambito ottimale (Ato) per il servizio idrico della Sardegna ha costituito un comitato tecnico con funzioni di supporto per le attività legate al controllo dell’attività amministrativa e gestionale di Abbanoa, attraverso funzioni di analisi, verifica e valutazione sul gestore delle acque nell’isola. Tre gli incarichi affidati dall’Ato al direttore generale della presidenza della giunta ed ex amministratrice del Cda di Abbanoa, Gabriella Massidda, al direttore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport e anch’egli ex amministratore del consiglio d’amministrazione, Antonio Conti, e al capo di gabinetto dell’assessore degli Enti Locali, Massimiliano Tavolacci. «I tre professionisti - spiega l’Ato in un documento diffuso ieri - sono funzionari in carico, a diverso titolo, all’amministrazione regionale e quindi esterni all’autorità d’ambito e in grado di assicurare oltre alle competenze tecniche anche una posizione di terzietà rispetto al sistema». Per il commissario straordinario dell’Ato, Franco Piga, «l’istituzione del Comitato rappresenta un’altra tappa importante per il sistema che si aggiunge ad altre due azioni, anch’esse attese da anni, svolte negli ultimi mesi: la sottoscrizione della nuova convenzione di affidamento del servizio idrico, che stabilisce con chiarezza gli obblighi reciproci dell’ente regolatore (Ato) e del gestore (Abbanoa), e le regole di funzionamento del sistema e l’accelerazione delle procedure di spesa delle risorse disponibili». Intanto il Consiglio delle autonomie locali ha chiesto che la Regione mantenga gli impegni per la ricapitalizzazione di Abbanoa. «Disagi sempre più gravi - ha affermato il presidente Gianfranco Ganau. Ritardi negli interventi, mancati ripristini, irregolarità nelle erogazioni, mancata programmazione delle manutenzioni, situazioni di non potabilità, slacci selvaggi». Tutto questo a seguito della mancata capitalizzazione della società. «Il piano 2005-2012», sostiene Ganau, « è stato quasi completamente disatteso, sono stati erogati solo 34 milioni di euro a fronte dei 180 milioni che erano previsti». La naturale conseguenza è un bilancio 2011 con una situazione allarmante: 120 milioni di euro di debito con le banche, 240 con i fornitori.