Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Imu, beffati i piccoli Comuni dell’isola

Fonte: La Nuova Sardegna
18 settembre 2012

Il governo sovrastima il gettito della tassa sulla casa e taglia i trasferimenti. A metà ottobre sindaci in piazza 

      

 

 

Finito il tempo del federalismo fiscale e sulle «Unioni» c’è troppo ritardo



«Il Federalismo fiscale che doveva dare la centralità ai Comuni, è completamente saltato. Siamo di fronte a un neo centralismo». Lo sostengono Cristiano Erriu e Umberto Oppus, rispettivamente presidente e direttore dell’Anci, l’associazione dei Comuni. L’assemblea dei sindaci a Bonorva aveva denunciato il pericolo ed è anche per questo che a metà ottobre si terrà a Cagliari una grande manifestazione di protesta da parte dei sindaci «con la fascia». Una cosa è sicura: il processo di attuazione del federalismo, dopo l’approvazione di quattro decreti legislativi (su otto) si è fermato. Nelle intenzioni si trattava di attuare il trasferimento delle risorse finanziarie dal centro alla periferia, «a parità di spesa pubblica e di pressione fiscale complessiva». Ma quella che era considerata la madre di tutte le riforme è stata solo abbozzata e, almeno per ora, dimenticata o abbandonata. «Regione e governo tengano conto della situazione di prefallimento che stanno vivendo i comuni, anche quelli virtuosi», sostiene Cristiano Erriu. L’autunno caldo dei Comuni passerà poi per altre battaglie come quelle che stanno conducendo i centri interessati alle servitù militari, alla riqualificazione del territorio, alle bonifiche. E c’è da definire il quadro legislativo per la costituzione delle Unioni dei comuni, cioè quelle aggregazioni indispensabili per ottimizzare i costi dei servizi comuni. Si tratta, tra l’altro, di modificare le soglie demografiche. Le Unioni dei comuni sono previste anche nel decreto sulla spending review e la partita dovrebbe essere chiusa al più presto. «Ma la Regione è in ritardo», avvisa Erriu.


di Alfredo Franchini wCAGLIARI

Il pasticcio dell’Imu rischia di inguaiare i Comuni della Sardegna. La tassa sugli immobili non solo ha reso i sindaci esattori, (la quota maggiore va, infatti, allo Stato), ma ha provocato, incredibilmente, un vuoto nelle casse. Il motivo è molto semplice: il ministero dell’economia ha compiuto una stima sul gettito presunto dell’Imu e sulla base di quei conti, cioè di quanto avrebbe dovuto incassare un Comune, ha apportato il taglio nei trasferimenti. Risultato: il gettito dell’Imu è stato inferiore al previsto mentre i tagli sono reali. I municipi non hanno incassato quanto previsto dall’Imu e per di più hanno visto ridotti i trasferimenti. Col risultato che se un Comune di grandi dimensioni riesce comunque a cavarsela, un piccolo comune deve fare scelte traumatiche. Che cosa potranno fare i Comuni, l’autentico motore dello sviluppo soprattutto nei paesi della Sardegna? I sindaci, in allarme protesteranno a Cagliari alla metà del prossimo mese, qualche giorno prima del congresso nazionale dell’Anci, l’associazione dei Comuni, che si terrà a Bologna dal 17 al 20 ottobre. Intanto per alleviare il peso del Patto di stabilità, l’altro laccio che ostacola la spesa anche quando i soldi sono in cassa, il governo ha messo sul piatto 800 milioni di euro di cui settanta saranno destinati alla Sardegna. La ripartizione è stata decisa qualche giorno fa con l’assessore alla Programmazione e ieri l’accordo è stato spiegato dal presidente dell’Anci, Cristiano Erriu, e dal direttore Umberto Oppus. La Regione, molto indietro nelle pratiche di monitoraggio, non conosceva la situazione dei comuni e, su richiesta, dell’Anci, sono arrivati i fax da tutti i centri dell’isola con un comune denominatore: le stime dell’Imu restano virtuali, i tagli sono veri, e quindi le casse sono sempre più vuote. «Ci sono situazioni molto pesanti», spiega Cristiano Erriu, « che costringeranno molti comuni a tagliare servizi essenziali, dalle mense ai trasporti. E per il 2013 la situazione si preannuncia disastrosa perché il vincolo del patto di stabilità sarà esteso anche ai Comuni sotto i cinquemila abitanti». Sul tavolo dell’Anci decine e decine di fax trasmessi dai Comuni testimoniano il tracollo del sistema economico. La tabella che pubblichiamo è un paradigma della finanza locale. «I residui passivi indicati dai Comuni sono quelli effettivamente liquidabili», spiega Umberto Oppus, «significa che, in realtà, sono solo una parte. Abbiamo chiesto di indicare le poste principali per evitare che, nella ripartizione, un comune grande come Cagliari avesse una parte preponderante del bonus sul patto di stabilità». Il dato complessivo dei Comuni, come si vede dalla tabella, testimonia un saldo per gli obiettivi di 114 milioni, residui passivi per 270 milioni, alleggeriti di 70 milioni del bonus. Molti Comuni hanno indicato nei fax una situazione dettagliata, altri si sono limitati alle cifre totali che rappresentano il pasticcio dell’Imu. E c’è anche qualche paradosso come, nel caso di Arborea. La stima, per la rivalutazione dei terreni, è stata davvero in eccesso e ora il comune di Arborea si trova nella condizione di dover restituire parte delle somme riscosse allo Stato e parte ai cittadini; tutto questo senza avere i soldi in cassa!