Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Salgono le bollette di gas e luce»

Fonte: L'Unione Sarda
17 settembre 2012


PARLANO I CLIENTI. Lamentele tra le corsie, ma ci sono anche prodotti che costano meno rispetto al passato

La gente sempre più in difficoltà: troppo alto anche il prezzo del latte in polvere
Si guardano intorno, come per sfuggire a un agguato. In realtà gettano velocemente un'occhiata al cartellino dei prezzi prima di fermarsi a comprare e, dunque, a rischiare una fregatura. Sono sempre più attenti i consumatori mentre fanno la spesa. Conoscono le offerte dei supermearket ma girano tra i box dei mercati cittadini per alla ricerca di prodotti di qualità a buon prezzo.
«A San Benedetto è tutto più caro rispetto a via Quirra ma c'è anche più assortimento», sentenzia Mario Sesselego, che assieme a sua moglie Adriana Marras passeggia, buste alla mano, tra i box del principale mercato civico cagliaritano. Conoscono tutte le differenze dei prezzi. «Qui i muggini costano 10 euro al chilo, in via Quirra 7. Stesso discorso per le orate, 12,50 contro 10, e per le ostriche 15,50 contro 12».
Chi sa bene cosa vuol dire l'aumento repentino dell'inflazione sono le neo mamme, che nel carrello della spesa, oltre a frutta, verdure, pane, carne e formaggi hanno anche pannolini, pappette e latte in polvere. Quest'ultimo, «in una settimana è aumentato da 17,48 a 19,95 euro per 900 grammi di prodotto», ricorda Barbara Manca mentre spinge il passeggino col suo piccolo di quattro mesi. Conosce i limiti di prezzo di ogni prodotto, oltre il quale non c'è più convenienza. Ad esempio, «un singolo pannolino non deve costare oltre 20 centesimi». Per questo vaglia tutte le offerte e quando ne pubblicizzano una, «bisogna correre e fare la scorta». Si ritiene fortunata, «perché almeno la verdura me la dà mia zia, che ha un orto».
Oltre gli alimentari, bisogna fare i conti con l'aumento di altri beni di prima necessità, in primis gas ed energia elettrica. «Le bollette sono aumentate, a causa delle tasse sull'energia», racconta Paola Pinna, che è informatissima sull'andamento dei fattori che incidono sull'economia domestica. Ad esempio osserva, che «i prezzi delle scarpe sono diminuiti ma tranne di quelle di lusso, che costano anche mille euro». Cifre alla portata non dei “comuni mortali”, come questa donna cagliaritana che come la maggior parte delle persone, per acquistare studia tutte le offerte dei volantini dei supermercati. «Vado spesso nei discount, i prezzi son buoni e la qualità non è così scarsa come dicono».
Secondo Francesco Melis, cliente di San Benedetto, «gli aumenti sono del 15-20%, anche nei supermercati». Forse un dato un po' gonfiato, in ogni caso «Cagliari sta diventando una città sempre più cara», concludono i coniugi Sesselego.
Mario Gottardi

 


Parlano i commercianti
«Prodotti cari?
Noi i primi
danneggiati»

La notizia vera è che l'aumento dei prezzi degli alimentari questa volta non è sentito solo dai consumatori ma anche da chi sta dall'altra parte del bancone. Ed è un dramma, «perché non possiamo aumentare i prezzi al cliente, altrimenti i pochi che ancora vengono a comprare al mercato di San Benedetto fuggono definitivamente», sentenzia Antonio Picardi, titolare un box di pollame.
Per fare un esempio, in poche settimane il prezzo all'ingrosso di un coniglio è aumentato di un euro, quello del pollo e del tacchino di 50 centesimi, «ma i prezzi esposti sono sempre gli stessi», sottolinea il macellaio. Come lui sono tanti i commercianti del principale mercato civico cittadino che sono costretti a tagliare altre voci di bilancio per non diminuire gli introiti ma non sempre si riesce.
Un discorso a parte bisogna fare per la verdura, perché «i prezzi all'ingrosso cambiano di ora in ora, a seconda della richiesta», spiega Giancarlo Massidda, veterano dei box, visto che è a San Benedetto da 50 anni. Parallelamente anche i prezzi al dettaglio variano. «I prezzi sono legati all'annata di un prodotto e alle condizioni meteorologiche - evidenzia Massidda - se pure la produzione è abbondante ma ha fatto brutto tempo e non si è potuto raccogliere la verdura dal campo, ci sarà minore offerta, dunque prezzi più alti». Al di là delle differenza tra i prodotti, il fattore comune all'aumento dell'inflazione è legato al rialzo del carburante, che in Sardegna in due mesi è cresciuto del 2,9% rispetto al 2,7 della media italiana. «Di settimana in settimana, appena sale il prezzo della benzina i prezzi lievitano», spiega Nicola Fenu, macellaio del box 34. Un fattore che incide maggiormente nell'Isola, dove il trasporto avviene solo su gomma, rispetto al resto dello Stivale, dove le merci viaggiano anche su rotaia. Ecco spiegato perché ma maggiorazione dei beni di prima necessità registrato dall'Istat è più consistente rispetto al resto d'Italia: 2,6 contro il 2,5% tra luglio e agosto, 4,2% su base annua. Tradotto in denaro, una famiglia di tre persone, solo per mangiare, spenderà 567 euro in più. (m. g.)