Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ex Dazio ora è un caso

Fonte: L'Unione Sarda
13 settembre 2012



Preoccupa il rischio che vadano perduti i materiali originari
 

Polemiche sul piano di ristrutturazione
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È polemica, in piazza Italia, sulla ristrutturazione dell'ex Dazio. L'edificio storico, chiuso da sei anni, è uno dei simboli di Pirri. Realizzato negli anni 20, venne utilizzato per la riscossione delle imposte, poi per la pesatura dell'uva portata in piazza coi carretti, infine come sede della Pro Loco. Da un mese l'impresa Termotecnica di Elmas sta restaurando l'edificio (30 metri quadri) per conto del Comune.
Tutto bene se non fosse che c'è chi manifesta perplessità sul restyling e sulla destinazione futura. «Di preciso non sappiamo niente», afferma Mario Collu, 66 anni, «circola la voce che l'ex Dazio sarà la nuova sede della Protezione civile. Sinceramente avremmo preferito qualcos'altro . Alla Protezione civile si poteva assegnare una sala vuota nella sede della Municipalità di via Riva Villasanta». D'accordo Alfonso Congiu, 74 anni. «Qui serve un centro per anziani o uno spazio culturale». Nel panorama generale c'è chi considera il restauro una perdita di tempo («Meglio demolire e ingrandire la piazza») e chi al contrario auspica un intervento più ampio ristrutturando anche l'edificio attiguo, un ex bar chiuso da 20 anni, infestato dai topi.
Ogni giorno tanti anziani seguono con attenzione i movimenti degli operai. La stessa cosa fanno i commercianti, come il “mastr'e linna” Giorgio Puddu. «La brutta sensazione», afferma, «è che il restauro non stia rispettando l'identità dell'edificio che rappresenta un pezzo di storia pirrese. Le tegole sarde e i mattoni crudi sono stati sostituiti da materiali moderni. Questo dispiace». A sgomberare il campo da equivoci è la presidente della Municipalità, Luisella Ghiani. «Sono stati rimossi solo i mattoni che reggevano il soffitto. Alcuni erano deteriorati, altri sono in buono stato e verranno riutilizzati. L'identità sarà salvaguardata. La Protezione civile ci ha chiesto un presidio per i giorni di allerta meteo e ci sembra doveroso soddisfare la richiesta.
Nel resto del tempo l'ex Dazio ospiterà servizi, forse un centro d'ascolto. Impossibile acquisire l'edificio attiguo, appartiene a un privato». Il titolare della Termotecnica, Giorgio Bertorino, fa il punto. «Siamo partiti un mese fa. Il legno era marcio e infestato dalle termiti. Contiamo comunque di finire a ottobre». Mistero sui costi. «Si è sparsa la voce», riprende Ghiani, «che si stanno spendendo 500 mila euro. Falso. C'è uno stanziamento di 365 mila euro, ma riguarda numerosi interventi che l'impresa deve effettuare in due anni. Per l'ex Dazio la spesa non supera i 30 mila euro».
Paolo Loche