Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sant’Elia, lo stadio dei tanti misteri irrisolti

Fonte: La Nuova Sardegna
27 ottobre 2008

LUNEDÌ, 27 OTTOBRE 2008

Pagina 20 - Nazionale

Massimo Cellino aveva proposto una nuova struttura e chiesto la rimozione dell’attuale



Tutto è fermo e non si capisce che cosa voglia fare l’amministrazione municipale



In Comune giacciono da tempo due proposte di intervento, ma non sono mai arrivate in consiglio

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Che fine ha fatto i vecchio stadio, il Sant’Elia? È ancora lì, al suo posto. E che fine ha fatto il progetto della nuova struttura, proposta da Massimo Cellino nella sua qualità di presidente del Cagliari calcio? Per il momento è stato messo in soffitta. «Un capitolo del solito nulla di fatto e delle parole al vento, fatte senza adeguate programmazioni», attacca l’opposizione del consiglio comunale. Lorenzo Cozzolino, Ninni Depau (entrambi del Pd) e Massimo Zedda (Sinistra democratica) questo risultato l’avevano anticipato sin dall’inizio quando la maggioranza in consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno a favore della nuova struttura.
In quel documento l’assemblea impegnava il sindaco Emilio Flois e la Giunta «a porre in essere, entro il 30 settembre, gli atti di competenza al fine di stipulare una convenzione con la società Cagliari calcio Spa per la costruzione di un nuovo stadio». Ma tra poco si arriverà al 30 ottobre e la situazione è ancora ferma, col presidente Cellino che gioca al rialzo dicendo che se ne va nell’hinterland.
Sin dall’inizio, però, i problemi e le difficoltà erano evidenti. Innanzi tutto per il fatto che il progetto presentato dalla società dei rossoblu prevedeva l’abbattimento dell’attuale struttura, una costruzione realizzata subito dopo lo scudetto, nei primi anni Settanta del secolo scoso, e riqualificata completamente in occasione dei mondiali di calcio del 1990. Secondo i dati forniti dall’amministrazione sul patrimonio del Comune, il Sant’Elia è stimato attorno ai 53 milioni di euro. Inoltre Gigi Riva, Rombo di tuono, oggi team manager della Nazionale, quindi il più autorevole degli sportivi, si è opposo sin da subito alla rimozione dell’attuale struttura «in quanto patrimonio di tutti i sardi e unico stadio in grado di ospitare eventi internazionali, anche di atletica». In secondo luogo c’è la questione del diritto di superficie: da cedere gratuitamente (oltre venti ettari) in cambio della costruzione (a spese del Cagliari calcio) del nuovo stadio, per 25mila posti. E a tutto questo si aggiungono anche forti divergenze all’interno della stessa maggioranza.
Nella passata consiliatura c’era stato il record delle tre proposte di delibera di Giunta sull’argomento, iscritte all’ordine del giorno per quattro anni ma mai discusse. Proponevano un appalto pubblico per affidare la ricostruzione della struttura in project financing (con investimento di un privato che, in cambio, ottiene la gestione del bene per 60-90 anni). Ma sullo sfondo c’era sempre Cellino che, invece, ne chiedeva la cessione diretta. Il discorso si era posto sin dalla prima consiliatura guidata da Mariano Delogu: ma tutto è sempre stato bloccato perchè il Cagliari calcio voleva l’affidamento senza appalto. Ora, però, vi sono altri problemi. Se la questione del bando pubblico pare sia stata superata (con una formula legata all’affidamento dell’area), ne restano irrisolte - come accennato - diverse altre. In più c’è anche un contenzioso: il Comune ha portato in tribunale la società dei rossoblu per morosità, 375mila euro non pagati. Secondo chi gestisce la squadra, invece, sarebbe il Municipio a dovere soldi al Cagliari calcio. Ma il dissidio è reale e va tenuto presente.
Nella passata consiliatura, durante un dibattito sullo stadio, il rettore dell’università e allora consigliere comunale Pasquale Mistretta disse con forza come tutti (i consiglieri) fossero con la sveglia al collo quando si trattava di parlare del gioco del calcio. Come dire: il solo fatto di possedere la squadra dà una capacità di pressione altissima. Non è un caso che dello stadio se ne parli da oltre dieci anni. Attualmente in consiglio comunale giacciono due delibere di Giunta sul suo futuro: in una si propone un concorso internazionale di idee, nell’altra la ristrutturazione del vecchio impianto, ma non sono mai arrivate in Consiglio. Sono passate solo al vaglio di due commissioni: dei Lavori pubblici, che si è espressa per il concorso di idee; e di quella allo Sport, che ha sospeso l’argomento. E a tutt’oggi le delibere non sono state ritirate.
Infine c’è stata la protesta in consiglio comunale di Massimiliano Tavolacci (Udc, presidente della commissione all’Urbanistica e fautore dell’accordo col Cagliari calcio) che ha lamentato i ritardi nell’attuazione dell’ordine del giorno approvato prima dell’estate. In ultimo c’è la recente decisione di creare una commissione terza per valutare la proposta e gli annessi e connessi, ma nella stessa Giunta ci si è divisi su chi nominare al suo interno.
Che lo stadio sia diventata la metafora dell’indecisione perenne del Comune?