Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ora il sindaco Zedda provi a immaginare una città del futuro

Fonte: L'Unione Sarda
11 settembre 2012


L'OPINIONE. Non solo effimero
 

di Paolo Fadda*
Era mia intenzione scrivere una lettera aperta al giovane sindaco della mia città, poi ho pensato di non avere né sufficiente “weightiness civico” e né adeguato “background casteddaio” per potergli trasferire, pubblicamente, delle osservazioni e dei suggerimenti dopo i suoi primi cinquecento e passa giorni nella carica di primo cittadino.
Avrei voluto confessargli d'avere accolto la sua elezione con molta curiosità, proprio perché quella freschezza giovanile con cui aveva condito la sua campagna elettorale, sia nelle primarie che nel confronto con gli altri candidati-sindaco, m'aveva molto intrigato e fatto intravedere che vi fosse, nelle sue idee, un modo nuovo (e diverso) d'interpretare il presente ed il futuro della città.
Forse quella mia era soprattutto la curiosità di un vecchio cagliaritano, interessato a conoscere quanti e quali proponimenti venissero posti in essere per ringiovanire una città che pareva avviata verso un'irreversibile senescenza. Una curiosità che era poi, insieme, speranza e sfida. Perché Cagliari, com'è oggi, è una città vecchia, non per via dei due millenni e passa d'esistenza, ma perché appare legata ad un format urbanistico ottocentesco divenuto, per molti versi, anacronistico per le esigenze del tempo attuale. Ritenevo quindi che quell'aria nuova, di cui il giovane sindaco s'era fatto portatore, motivasse un ripensamento della città, in modo da diffondere eccellenza nei vari comparti della vita urbana d'oggi, dal residenziale al welfare, dalla cultura alle arti, dall'architettura alla viabilità e dal loisir allo sport. E, ancora, sul come procedere per adattare la forma urbana a queste nuove esigenze.
Finora, peraltro, quelle attese sono rimaste deluse, anche se - dato tempo al tempo, come s'usa dire - non si dispera che qualcosa venga presto messo in cantiere. Certo sarebbe stato auspicabile che il giovane sindaco avesse aperto il suo impegno con un “discorso sulla città”, in modo da far conoscere le linee del suo promesso “renewal intensivo” (sociale, economico, urbanistico, paesaggistico-ambientale, ecc.), per ovviare alla deriva di “beccesa e di majolimini” su cui la città pareva essersi incamminata.
Ed è proprio questo discorso su Cagliari che s'attende con ansia, proprio perché non si continui a procedere con inutili micro-aggiustamenti o, peggio, ricorrendo a delle estemporaneità vacue od anche dannose. Evitando così che l'attesa ventata di gioventù nella politica comunale non scada, come si è temuto, in un giovanilismo di maniera. D'altra parte, che il modello di città di questo XXI secolo non possa più essere quello chiuso ed esclusivo codificato da Max Weber, si è in tanti d'accordo, in quanto le attuali reti d'interrelazione imporrebbero idonee aperture verso l'esterno, con confini sempre più invisibili, trasformandola in un magnete diffusore di alte eccellenze e di servizi d'alta gamma per le altre comunità contermini.
Perché la città non può coltivare solo azioni e proposte dell'effimero (le movide, i gay-pride, le notti colorate, ecc.), futili aspetti d'una spensierata fun-society, ma deve possedere soprattutto una sua anima laboriosa, cioè una funzione ed un impegno reali, che siano efficaci, cioè produttivi e competitivi sul piano sociale. E questo nell'intera varietà delle pratiche urbane, da quelle della routine quotidiana alle attività lavorative, dalle dinamiche della mobilità a quelle dell'integrazione dei “diversi”, dalle richieste di partecipazione a quelle culturali ed artistiche.
Il discorso sulla città, quindi, potrebbe riguardare un ripensamento coraggioso ed innovativo dell'identità civica, soprattutto di cosa potrebbe offrire la municipalità di Cagliari alle sue generazioni più sacrificate e colpite nei progetti di vita. Che sono poi quelle dei ventenni e dei trentenni d'oggi, a cui noi anziani abbiamo tolto, per egoismo od insipienza, spazi importanti di futuro. Avere un sindaco coetaneo sarebbe, dopo tutto, una gran fortuna per loro.
* storico e scrittore