Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Patrimonio comunale, vendite ancora al palo

Fonte: L'Unione Sarda
27 ottobre 2008

A due anni e mezzo dall'inventario degli immobili l'amministrazione non ha ancora un piano

I beni valgono un miliardo e mezzo ma rendono 2,5 milioni all'anno

Il Comune possiede 4419 terreni, 4976 fabbricati e 1340 strade. Valore di mercato: un miliardo e mezzo.
«Da ora in poi venderemo e affitteremo gli immobili comunali a prezzi di mercato». La dichiarazione di Emilio Floris, rilasciata il 14 novembre del 2006, sembrò mettere fine all'era dei saldi del Comune, quella in cui i locali commerciali venivano affittati a quattro euro al mese, e gli attici in Castello a 54 euro. Contratti ereditati, si giustificò l'assessorato al Patrimonio, che annunciò la rinegoziazione di tutti i canoni d'affitto alla scadenza. E la vendita, l'alienazione dicono loro, a prezzi di mercato degli immobili dichiarati vendibili.
Azioni necessarie non solo per fare cassa in un'epoca di tagli ai trasferimenti statali (meno 20% rispetto a otto anni fa) ma anche per mettere a frutto un patrimonio che vale un miliardo e mezzo di euro (con proprietà immobiliari tra le più cospicue tra i Comuni italiani) ma rende poco meno di tre milioni all'anno: lo 0,4 per cento. Più degli anni scorsi, ma molto meno di quanto dovrebbe rendere (almeno il 3,4%). Una cifra ridicola tanto che prima la Corte dei conti poi, nel corso degli anni, le Finanziarie nazionali, hanno imposto di dismettere il dismissibile e valorizzare il valorizzabile.
COMUNE AL PALO A due anni di distanza da quella assicurazione il Comune è ancora al palo, o quasi. «Stiamo aggiornando l'inventario dei beni immobili con gli elementi mancanti», si giustifica l'assessore al Patrimonio Luciano Collu, in via Sassari da febbraio scorso. Eppure sia a marzo del 2006 che a novembre due suoi predecessori avevano invitato la stampa per annunciare in grande stile che, grazie all'inventario dei beni immobili, nessuno dei 10.735 cespiti comunali (il doppio di quelli che in via Roma pensavano di possedere) aveva più segreti. Che erano stati contattati tutti i notai che hanno rogitato gli atti dal 1918, scannerizzati oltre 7000 atti, fatte fotografie aeree, rifatti mappali, ricostruite centinaia di planimetrie, verificati diritti di superficie e diritti cimiteriali, impedite usucapioni di terreni.. «Di ogni alloggio popolare sappiamo tutto», si vantarono: «a chi è affittato, com'è il pavimento e in che stato è, se ci sono infiltrazioni sui muri, come è tinteggiato».
L'INVENTARIO DEGLI IMMOBILI L'inventario, un'operazione importante di questa amministrazione, è stato realizzato da una società specializzata (la Gies, srl), è costato 1,2 milioni di euro ed è stato inserito in una banca dati da 20 giga byte consultabile attraverso un software, che si chiama Babylon, fornito al Comune assieme al trasferimento del know how ai dipendenti.
Delle due l'una: o non è vero che i beni non hanno più segreti o al Comune si sono rilassati di nuovo. «Il Patrimonio è ingente, la documentazione complessa e i nostri dipendenti stanno lavorando alacremente. Il sindaco, del resto, ci tiene moltissimo», spiega Collu. Tanto che, informa, «ha convocato tutti i dirigenti ai quali chiederà di trasferire tutti i dati su Babylon». Vecchio problema quello degli assessorati che faticano a dialogare.
LE COSE FATTE Non che non si sia mosso nulla. In otto anni, dal 2001, il Comune è riuscito a vendere un nono del suo patrimonio di Edilizia residenziale pubblica: circa 400 appartamenti su 3600 posseduti. Case vendute secondo piani predisposti annualmente (250 immobili all'anno), prevalentemente agli inquilini e a prezzi di circa un terzo a quelli di mercato (come stabilisce la legge), cioè mediamente a 50 mila euro. Con gli stessi criteri sono stati alienati - tra le polemiche - gli appartamenti di un immobile in via Manno.
Sono stati ricontrattati a prezzi di mercato un po' di affitti di appartamenti e locali commerciali ereditati da fondazioni, si avviano a soluzione un paio di cause legali che impedivano, ad esempio, di sfrattare gli inquilini di Palazzo Accardo, il palazzo storico all'angolo tra largo Carlo Felice e via Crispi, dove benestanti professionisti da decenni abitano case da 150 metri quadri per le quali versano canoni di 100 euro al mese. Inoltre i giudici stanno per esprimersi sulla causa con i proprietari della cartoleria Caide.
Un procedimento che dura da 12 anni e che sinora ha impedito che un palazzo storico ereditato dall'Inail che vale 3,4 milioni potesse essere venduto o utilizzato dal Comune. Inoltre è stata quasi debellata quella brutta malattia che per anni ha fatto sì che il Comune quand'era inquilino pagasse canoni d'affitto a prezzi di mercato e quando affittava applicasse canoni, diciamo, agevolati. Sono stati costruiti palazzi (un altro è in corso di edificazione in via Sauro), parcheggi, disdetti affitti onerosi. Ma, paradossalmente, proprio l'assessorato al Patrimonio è ancora in affitto in un palazzo di via Sassari dove paga 200 mila euro all'anno. Inoltre, in virtù di un accordo di programma, l'amministrazione otterrà gratuitamente due immobili di 4000 metri quadri complessivi in via Santa Gilla.
OLTRE 10 MILA BENI IMMOBILI Ricapitolando: il Comune possiede 4419 terreni, 4976 fabbricati e 1340 strade. Valore catastale 582 milioni di euro, valore di mercato: un miliardo e mezzo. Ma tanto patrimonio rende ancora pochissimo: poco più di 2 milioni all'anno le case popolari (il tasso di morosità è del 23 per cento), 580 mila euro i locali commerciali. Ridicolo il ricavo da appartamenti: qualche decina di migliaia di euro. Sprechi che nessuno si può più permettere.
FABIO MANCA

25/10/2008