Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rom, in dodici nell'ex Pandemonium

Fonte: L'Unione Sarda
7 settembre 2012


Rimangono ancora tre gruppi senza una casa, che per ora sono ospiti nel seminario dei Saveriani

Da ieri quattro famiglie stanno vivendo nel complesso di Flumini

L'ex Pandemonium non è più disabitato. Da ieri sera quattro famiglie rom si sono stabilizzate nel complesso di Flumini che gli è stato offerto dalla Caritas, firmando così il contratto di affitto.
LAVORI IN CORSO In realtà c'era più di un dubbio che le dodici persone destinatarie degli appartamenti potessero già passare la notte in quel posto, visto che ancora sono in corso lavori per cercare di rendere abitabile l'intera area. L'obiettivo, infatti, è quello di mettere in sicurezza la zona, con lo scopo di coprire con un telone anche la piscina, che contiene acqua sporca ed è comunque pericolosa.
LE FAMIGLIE Ad andare a vivere nella casa quartese quattro famiglie, con due bambini piccoli che ancora non sanno camminare. Anche per questo motivo i rom hanno deciso di andare a vivere da subito nell'ex discoteca, visto che al momento non ci sono possibilità che qualcuno di loro possa correre dei pericoli.
I LAVORI Da giorni sono in corso le opere di ristrutturazione degli edifici, alcuni dei quali in condizioni non adeguate. Gli operai chiamati dalla Caritas a eseguire i lavori, tra l'altro, sono stati aiutati dagli stessi nuovi inquilini delle case, che ancora ieri sera erano intenti a sistemare le loro cose.
LA PAURE «Per piacere non dite che siamo qua, abbiamo paura di ricevere minacce così come hanno fatto con chi ci abitava prima». Uno dei nuovi residenti dell'ex Pandemonium non è tranquillo, ha l'impressione che da quelle parti loro non siano i benvenuti.
«Noi vogliamo solo stare tranquilli, senza disturbare nessuno, non sapevamo dove altro andare».
In effetti tutte le persone che da ieri vivono nel complesso di Flumini erano prima ospitate nel seminario dei Saveriani, in via Sulcis, e una volta ricevuta l'offerta, dopo averci pensato qualche giorno, hanno deciso che l'unica cosa da fare era accettare e firmare il contratto di affitto.
I RIFIUTI L'ex Pandemonium, dopo l'abbandono dei precedenti inquilini, era stato rifiutato da un'altra famiglia, che aveva bambini piccoli ma già in grado di camminare, e quindi la paura che qualcuno di loro potesse cadere nella piscina ha portato i genitori a declinare l'offerta della Caritas.
SENZA CASA A questo punto nel seminario rimangono ancora tre famiglie, per un totale di diciassette persone, la maggior parte bambini e ragazzini. Difficile pensare che siano gli stessi rom a trovarsi un'abitazione, hanno bisogno di un intermediario che li aiuti e per questo il ruolo della Caritas continuerà a essere decisivo per trovare una casa adatta a loro.
Piercarlo Cicero

 


I nomadi, sotto il Comune, hanno chiesto un colloquio
Salta l'incontro col sindaco

Per tre giorni si sono presentati di fronte al Comune, ma non sono mai stati ricevuti dal sindaco.
Ieri mattina non è certo andata via soddisfatta la delegazione dei rom che viveva nell'ex campo della 554, che si è presentata più volte di fronte al palazzo civico di via Roma per chiedere un colloquio con Massimo Zedda. Colloquio che tuttavia per ora ancora non c'è stato, visto che il primo cittadino ha avuto altri impegni a cui non ha potuto rinunciare.
L'obiettivo dei rom, che anche nella giornata di ieri si sono ritrovati sotto il palazzo comunale, è quello di sedersi attorno a un tavolo per discutere di quello che si può fare per far stare la comunità nomade il meglio possibile.
Non è un segreto, infatti, che molte delle 157 persone (di cui ben 93 minori) costrette ad abbandonare il vecchio campo non hanno mai digerito l'idea di andare a vivere separate tra loro in abitazioni private. Loro hanno sempre richiesto un nuovo campo, che tuttavia, e questo Zedda lo ha chiarito più volte, al momento non è una soluzione attuabile. Oggi probabilmente i rappresentanti della comunità non si presenteranno in Comune per il quarto giorno consecutivo, ma rimarranno in attesa di una chiamata da parte di Zedda che, loro confidano, potrebbe arrivare già la prossima settimana. Una sorta di “tavolo”, dunque, per discutere del progetto di inclusione sociale voluto dall'amministrazione cittadina, e dove i rom probabilmente ribadiranno la loro volontà di rimanere tutti insieme una grande area come quella della 554.
La decisione di dare le case in affitto ai rom fu presa dall'amministrazione nell'ambito di un progetto di inclusione della comunità nomade con i residenti di Cagliari e hinterland, che porterà anche a un grosso risparmio dal punto di vista economico, visto che i costi per il mantenimento del campo si sono aggirati intorno agli 1,7 milioni solo negli ultimi quattro anni. (p.c.c.)

 

 L'inchiesta
Il 28 settembre 2011 si viene a sapere che sui rifiuti e sugli incendi nel campo rom la procura ha aperto un'inchiesta dopo un esposto presentato da due consiglieri comunali. Il reato ipotizzato nel fascicolo «contro ignoti» è quello di smaltimento di rifiuti senza autorizzazione.
I primi traslochi
Il 6 aprile 2012 i primi dodici rom hanno lasciato il campo sulla 554 dopo la grande attenzione mediatica sul rischio «bomba ecologica» del campo sulla 554 per l'alto rischio per la salute.
L'ordinanza
Il 6 giugno 2012 sindaco Zedda ha firmato l'ordinanza, consegnata a 35 capi-famiglia, che ha disposto lo sgombero del campo sulla 554 da portare a termine entro il 2 luglio.
Lo sgombero
Tra fine giugno e l'inizio di luglio prende forma definitiva il piano di chiusura del campo nomadi dopo che tutti i rom lasciano le loro abitazioni nell'area tra viale Monastir e la 554.
La casa
Trentatré nomadi sono andati a vivere nella casa ricavata dell'ex discoteca-ristorante Pandemonium, a Flumini. Ed è scoppiata la polemica per una residenza che da molti è stata vista quasi come di lusso, sebbene fosse a due facce, con parti più pregiate e alcune in condizioni fatiscenti.
La protesta
Una delegazione in rappresentanza di alcune famiglie rom ha dato vita a una protesta sotto il Comune, in via Roma, per chiedere un incontro al sindaco Zedda «per aprire un tavolo e poter partecipare alle decisioni» sulla destinazione futura dopo la chiusura del campo Rom. L'iniziativa è stata riproposta anche negli ultimi tre giorni, ma per il momento il primo cittadino non ha ancora ricevuto la delegazione.