Rassegna Stampa

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Consulta degli immigrati, Cagliari fa da apripista

Fonte: web cagliaripad.it
3 settembre 2012

a cura di: Andrea Deidda


Più voce ai tanti cittadini stranieri e apolidi che vivono a Cagliari: la città allarga le proprie scelte a una fetta di popolazione che il più delle volte rimane inascoltata. E' questo lo scopo principale della Consulta degli immigrati istituita dal Comune di Cagliari. Il battesimo avverrà il prossimo 15 novembre quando 4670 persone (in particolare 2626 donne e 2044 uomini) saranno chiamate alle urne per eleggere i quindici rappresentanti che prenderanno parte all'assemblea.

"Un passaggio importante", questo il commento della vicesindaco Paola Piras: "Lo scopo è quello di instaurare una collaborazione con l'amministrazione in modo da dare risposte ai tanti stranieri presenti. La consulta diventerà uno strumento utile a dialogare con chi oggi ha poca voce in capitolo riguardo problemi di culto religioso, intolleranza, ma anche altri bisogni indiretti".

La Consulta sarà  un vero e proprio organo consultivo tramite il quale gli immigrati residenti a Cagliari potranno partecipare alla vita dell'amministrazione. Potrà esprimere pareri non vincolanti nei confronti del Consiglio, delle commissioni consiliari e della Giunta. In particolare avrà voce in capitolo per quanto riguarda le situazioni che discriminano la condizione giuridica degli immigrati, si occuperà di agevolare i processi di integrazione ma potrà anche portare avanti proposte di deliberazione e organizzare attività di sensibilizzazione e informazione contro xenofobia e razzismo.

Ad oggi i cittadini stranieri presenti a Cagliari sono 6475: tra questi i più numerosi, stando ai dati dell'atlante demografico comunale del 2011, sono i filippini (22,03% del totale), segue la nazionalità ucraina (13,05%), la popolazione che arriva dalla Romania (11,3%), Cina (10,04%), Senegal (9,58%), Bangladesh (4,22%), Pakistan (2,99%), India (2,5%), altre nazionalità (24,27%).

"Si tratta della prima consulta a livello comunale che viene istituita in Sardegna - spiega Sebastiano Dessì, consigliere comunale di Sel - finora è esistita solo quella a livello regionale. E' un atto concreto che mira a considerare i cittadini immigrati come una risorsa