Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quella piscina oggi è un'incompiuta

Fonte: L'Unione Sarda
3 settembre 2012


SAN MICHELE. Nell'impianto di via Abruzzi i lavori sono fermi. Il Comune: ripartiranno


Nella piscina di San Michele l'acqua non c'è. I lavori sugli 8 mila metri quadri incastonati tra via Abruzzi, via Campeda e via Mandrolisai sono fermi. Un grande cantiere a cielo aperto è ciò che resta di un sogno cominciato quarant'anni fa. Una sterminata rete metallica racchiude l'incompiuta: il fallimento di una delle imprese impegnate nei lavori e il contenzioso aperto dal Comune con l'altra hanno congelato il piano di realizzazione. «Ma i lavori riprenderanno», assicura Luisanna Marras, assessore comunale ai Lavori pubblici.
LA VICENDA La storia comincia otto anni fa. Nel 2004 l'allora assessore ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai stanzia oltre 2 milioni di euro per realizzare il primo centro polivalente del rione di 4 mila anime e dei due volti, quello rassegnato all'abbandono e quello che cerca il riscatto. Ora sono rimasti circa 400 mila euro per completare l'opera. Il progetto prevede un campo da calcetto e la piscina: venticinque metri di lunghezza, sedici di larghezza e due di profondità. La macchina burocratica si mette in moto. Nel luglio 2007 la commissione edilizia dà l'ok. Il 10 aprile 2008 la Giunta approva il progetto del primo lotto. Il 16 dicembre si riunisce il Consiglio: 22 voti favorevoli, 10 contrari. Sono la cagliaritana Pmm Costruzioni e la Sarcobit di Monserrato ad aggiudicarsi i lavori. Importo: un milione 406 mila euro. Febbraio 2009, la piscina prende forma, crescono i primi pilastri di cemento, c'è la vasca, arrivano le travi di legno che ancora rivestono il soffitto. Pochi mesi dopo la Sarcobit fallisce, la Pmm procede da sola. Agli iniziali 588 giorni concessi per realizzare l'impianto se ne sommano altri 60. Il count down parte, i lavori non stanno al passo. I giorni di ritardo diventano mesi. Luglio 2011: il cantiere è fermo. Il 25 ottobre l'ultimatum del Comune: 20 giorni per completare tutto. Un mese dopo è tutto fermo. Anche il sopralluogo di gennaio non regala gradite sorprese. Il 25 febbraio Mario Mossa, dirigente comunale dei Servizi tecnici, rescinde il contratto. «Ritardo per negligenza nell'esecuzione dei lavori e grave inadempimento alle obbligazioni contrattuali».
L'ATTUALITÀ A distanza di anni la scena è identica. All'interno dei 1.649 metri quadri di coperto ci sono pure le porte, ammassate l'una sull'altra sul muro. All'esterno cumuli di macerie, travi di legno e tubi di plastica. E poi un grosso serbatoio grigio, poco più avanti una vasca da bagno bianca. In un angolo la struttura prefabbricata della casetta per il guardiano, attorno l'erba incolta. È tutto incredibilmente statico, il tempo all'interno della cinta metallica è fermo da mesi. Anche il vecchio cane nero è immobile, anche lui stanco di aspettare. «Stiamo riprendendo in mano la questione», spiega l'assessore, «stiamo facendo lo stato di consistenza per vedere quanto resta per concludere i lavori».
Due mesi fa il consigliere Gianni Chessa (Udc) ha fatto richiesta agli atti per sapere quanto rimane dei fondi stanziati e deliberati. «Aspetto la risposta, porterò la questione all'attenzione dell'opinione pubblica».
Sara Marci