Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tricky, se il concerto è un after show

Fonte: L'Unione Sarda
27 ottobre 2008

Musica. Il geniale e controverso artista di Bristol regala all'Auditorium di Cagliari, comunque in delirio, uno spettacolo ai minimi termini


A suo modo un grande.
Che cosa? Questo lo hanno intuito in molti alla fine del concerto di chiusura del Karel Music Expò di Vox Day, sabato notte all'Auditorium del Conservatorio di Cagliari. Ma del resto almeno altrettanti sono poi rientrati a casa contenti con la foto nella macchina fotografica o nel telefonino, che li ritraeva così, abbracciati al leggendario Tricky con tutto il suo corollario di tatuaggi, birra e pollice alzato alla Fonzie.
Sceso dal palco che ancora andava il groove dell'ultimo brano si è concesso all'adorazione del pubblico. Un cordone della security regolava il passaggio degli immortalatori in digitale che aspettano la propria sessione armati di penna per gli autografi e i flash automatici. Alla fine non sembri azzardato affermare che il concerto è parso il pretesto per l'after show e non il contrario.
Lo show blindatissimo e vietatissimo stile corsia per lungodegenti (niente riprese, niente fotografie, niente registrazioni, niente telefonini, niente ingressi a spettacolo iniziato) comincia alle 22 con un brano di Phil Collins in sottofondo che viene accolto da una salva di proteste. È evidente: il pubblico di Tricky non è lo stesso dell'ex batterista dei Genesis.
Infatti, sebbene si tratti di pop (per quanto trip e per quanto hop) gli estimatori del musicista bristoliano preferiscono fiondate di synth e campionatori e bassi subsonici. Di questi ce n'erano un carro e una sporta, al limite del fastidio. Complice l'abbinata poco felice dell'acustica dell'Auditorium del Conservatorio con la messa a punto dei suoni, fatto è che chi ha avuto la ventura di stare ai lati della platea ha sentito frequenze basse da catatonia e poco o niente degli altri strumenti.
Altrove la situazione era leggermente migliore. La chitarra si vedeva ma non si sentiva e le voci più che ascoltarle potevano essere intuite. Anzi, la voce.
Quella di Francesca Belmont, nuova musa ispiratrice di Tricky, conosciuta - pare - grazie a un nastro che la giovane cantante italiana ha spedito al nostro. Tricky, infatti, per la prima parte dello show, durato meno di un'ora, ha passato gran parte del tempo con le spalle girate al pubblico face to face con il batterista e ha lasciato alla partner la gran parte del lavoro.
Nella reprise - chiamata pomposamente II parte ma che è durata meno della metà della prima - Tricky ha concesso di più, ammiccando al pubblico con brindisi, muovendosi molto sul palco sull'intensità dei brani ( Vent e Joseph ) fino all'apoteosi finale di cui sopra.
Nella prima parte ha svolto il compitino assegnatogli (vale la pena di segnalare You Don't Wanna costruita sul tema iniziale di Sweet Dreams degli Eurytmics e versioni di Love Cats dei Cure e Dear God dei grandi XTC) confidando sulla presenza della cantante e del lavorio indefesso di Gareth Bowen agli ordigni elettronici.
Nella seconda parte ha invece saputo caricare di pathos la sua performance per coinvolgere il pubblico fino ai saluti finali. Pochino. Roba, insomma, da minimo sindacale. Specialmente se si aggiunge che da Firenze, dove ha suonato il giorno prima, arrivavano notizie di un concerto mirabolante e di un Tricky che, come si dice in gergo, “spacca”. Cagliari piazza di seconda scelta o Firenze piazza di bocca buona?
GIUSEPPE CADEDDU

27/10/2008