COMUNE. Incontro con le associazioni animaliste: «Si faccia di più»
 

Cagliari è una città amica degli animali (o animal friendly , come va di moda dire adesso)? «Per ora no, magari un giorno lo diventerà», dicono gli animalisti. Anche se loro ce la mettono tutta per aiutare i cani e i gatti randagi, da soli non possono farcela. Servono risorse economiche, rifugi, farmaci e cibo. E l'aiuto dell'amministrazione comunale e regionale, dell'Asl e di tutti i cittadini. Sessanta persone si sono ritrovate ieri in Comune per discutere il tema del giorno Cagliari una città Animal friendly .
L'incontro, durato più di tre ore, è stato coordinato dal vicesindaco Paola Piras e dal dirigente del servizio Ambiente, Parchi e Verde, Claudio Papoff. Il risultato non è dei migliori: «Cagliari parte da zero, per questo si deve lavorare molto e in maniera produttiva, considerando la realtà», sottolinea Nico Selis, docente nella facoltà di scienze politiche. Il dibattito si anima quando Emanuela Corda, animalista, racconta qualche sua disavventura: «Mi è capitato di trovare per la strada alcuni gatti feriti, per salvarli li ho portati dal veterinario, che poi mi ha presentato il conto. Se il regolamento comunale dice che i gatti liberi che vivono nel territorio appartengono al Comune perché devo spendere io?». La risposta arriva dall'assessore Piras: «Nessun cittadino può raccogliere animali dalla strada, lo vieta la legge. Bisogna chiamare la polizia municipale che avviserà la Asl».
Ma questa è una trafila che non salva la vita ai mici e ai cagnetti che vivono per strada: «Bisognerebbe attivare un pronto soccorso, in collaborazione con Regione e Asl», propone Papoff. L'amministrazione ha in cantiere una delibera per l'istituzione di un registro on line per associazioni e volontari e di un ufficio che si occupi del diritto degli animali. Sono già partiti i lavori per l'ampliamento del canile e al più presto si troverà un pezzetto di litorale da dedicare ai cagnetti.
Francesca Ghezzo