Rassegna Stampa

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Sella del Diavolo, ecologisti contro la chiusura

Fonte: web cagliaripad.it
28 agosto 2012


a cura di: Andrea Deidda

calamosca

"Non c'è nessuna ragione per chiudere il sentiero naturalistico e archeologico che da Calamosca porta alla Sella del Diavolo". Il riferimento degli ambientalisti è ai divieti che dallo scorso 2 agosto campeggiano sulla strada nel litorale di Calamosca. La decisione è stata presa dalla Protezione Civile per prevenire il rischio di frane e crolli sul litorale. Peccato che il divieto riguardi anche zone che non sono minimamente a rischio. "Chiediamo che il sentiero davanti all'Hotel Calamosca venga riaperto - afferma Massimiliano Deidda, guida ambientale escursionistica - Non si riesce a capire il senso dei divieti, stiamo parlando di terra ferma e non  di fascia litoranea".

 

I divieti ai quali il Comune di Cagliari fa riferimento riguardano due ordinanze emanate nel 1987 dal compartimento marittimo della Capitaneria di Porto a distanza di quattro giorni l'una dall'altra (la 47 del 30 luglio e la numero 48 del 4 agosto). Quest'ultima prevede "l'interdizione al transito ed alla sosta lungo la fascia litoranea del Demanio Marittimo nel tratto che va dalla Torre de Su Perdusemini fino a 200 metri a nord della verticale della Torre del Poetto". Inoltre vieta  "l'accesso alla zona costiera sopra indicata anche attraverso i sentieri esistenti al di fuori della fascia demaniale marittima".

 

In base al testo dell'ordinanza secondo gli ambientalisti si tratta di un grave errore d'interpretazione da parte dell'amministrazione: "E' evidente che l'ordinanza non può essere applicata all'intero colle Sant'Elia ma soltanto alle zone pericolanti e indicate dalla Capitaneria anche dove si parla di divieto di accesso alla fascia costiera tramite i sentieri esistenti. Tale restrizione non può valere per il sentiero naturalistico proprio perchè non porta alle zone interdette".

 

Secondo Roberto Copparoni dell'associazione Amici di Sardegna "da parte del sindaco non c'è stata interlocuzione, noi vorremmo contribuire a migliorare la situazione ma nessuno ci ha risposto. È una scelta senza senso, si parla di città turistica e poi si fanno ordinanze del genere. L'unica pericolosità riguarda Cala Fighera ma a quel punto andrebbe bloccata solo quella parte". Le associazioni dopo la petizione valuteranno la possibilità di inoltrare un ricorso amministrativo.

In serata la replica del Comune. Via Romaa ribadisce che i divieti si basano sulle ordinanze della Capitaneria di Porto risalenti a venticinque anni fa. I sentieri contestati, non essendo delimitati ad esempio da staccionate, potrebbero permettere l'accesso alle zone a rischio.