Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Barbablù apre la stagione

Fonte: L'Unione Sarda
24 ottobre 2008

Lirico. Inaugura il cartellone cagliaritano stasera alle 20,30 l'opera in forma di concerto di Béla Bartók

Orchestra e coro diretti da Hartmut Haenchen

Un'opera in forma di concerto di Béla Bartók, un incubo simbolico in musica, per aprire in maniera originale la stagione concertistica del Lirico di Cagliari: è Il castello del principe Barbablù , composta dal grande ungherese nel 1918 ed esempio d'impressionismo musicale simbolista. Inaugurerà il cartellone stasera alle 20,30 e sarà riproposta domani alle 19,30 per il turno B. Come consuetudine, saranno Orchestra e Coro del Teatro Lirico, diretti da Hartmut Haenchen, a segnare il debutto. I ruoli solistici sono affidati al soprano Serena Farnocchia, al mezzosoprano Ildiko Komlosi, al tenore Celso Albelo, al basso Rudolf Rosen e alla voce recitante di Eörs Kisfaludy. Il maestro del coro è Fulvio Fogliazza. La seconda parte del concerto è dedicata a un altro compositore ungherese, amico di Bartók : Zoltán Kodály, del quale sarà proposto il Te Deum, imponente pezzo sinfonico-corale del 1936. Proprio ai due musicisti, nel 1910, Béla Balázs propose un suo dramma ispirato a Barbablù. Bartók accettò l'incarico e nel 1911 partecipò con l'opera (dedicata alla moglie Marta) al concorso del Ministero per le belle arti di Budapest. Si sentì dire che la partitura del Castello era «ineseguibile». E «fragili» articolazione drammatica e linguaggio musicale. Su Barbablù cadde il silenzio per sette anni, Nel 1918, il governo fece pressione su Bartók perché togliesse il nome del librettista Balázs, a causa delle sue convinzioni politiche. Bartók si rifiutò, e alla fine ritirò il lavoro.
L'ostilità degli ambienti ufficiali impedì altre riprese di Barbablù in Ungheria. L'opera fu proposta in lingua tedesca a Francoforte nel 1922, a Berlino nel 1929, e per risentirla in lingua originale si dovette attendere il 1935. Sergio Failoni la diresse poi al Maggio musicale fiorentino nel '38, utilizzando interpreti ungheresi, ma solo dopo la seconda guerra mondiale l'opera potè occupare il posto che gli spetta nel rango dei capolavori del teatro musicale del nostro secolo.
LA TRAMA Per seguire il promesso sposo Barbablù, Judith abbandona la casa paterna e va nel castello del suo fidanzato, dove trova sette porte. Insiste per aprirle: dietro le prime due si celano la stanza delle torture e quella delle armi; la terza e la quarta nascondono i tesori e il giardino fatato. All'apertura della quinta irrompe la luce e la vista si apre sul regno del principe. Barbablù, felice, si appresta a baciare Judith, ma la fanciulla, vedendo che c'è sangue dappertutto, vuole saperne di più e apre anche la sesta porta, che dà sullo stagno delle lacrime. Dietro la settima porta trova le precedenti mogli di Barbablù, che continuano a vivere nel suo ricordo. Judith avanza verso di loro, nel regno della memoria, e il castello di Barbablù sprofonda nuovamente nelle tenebre.
La stagione si avvale del contributo di Fondazione Banco di Sardegna, Poste Italiane, Energit, ed è realizzata con l'Azienda e Vigneto Feudi della Medusa. Biglietteria oggi dalle 8 alle 14 e dalle 18 alle 20, domani dalle 8 alle 14, numero verde Bes (800881188).

24/10/2008