Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gas, esposto sulla gara dei veleni

Fonte: L'Unione Sarda
24 ottobre 2008

Dopo 15 anni è ancora guerra attorno alla gestione del servizio di distribuzione 

Il Tar respinge l'ennesimo ricorso, il Comune va in Procura

Le buste saranno aperte lunedì. E la gara per la distribuzione del gas di città sarà aggiudicata per nove mesi.
Le buste saranno aperte lunedì mattina. E la gara per la distribuzione del gas di città sarà aggiudicata provvisoriamente per nove mesi al vincitore. Il Tar, con un'ordinanza del 15 ottobre scorso, ha respinto l'istanza cautelare presentata dalla Isgas Energit multiutilities scarl che chiedeva di annullare l'atto del dirigente dell'assessorato comunale alla Pianificazione dei servizi che indiceva una procedura negoziata per affidare la gestione della rete di distribuzione del gas gpl in via provvisoria.
Una decisione che segna un punto a favore del Comune ma che non chiude una vicenda che da 15 anni corre su due binari paralleli - quello amministrativo e quello giudiziario - tra gare aggiudicate e annullate dal Consiglio di Stato, transazioni contestate, una legislazione nazionale a dir poco carente, interventi dell'Autorità nazionale del gas.
Certo è che lunedì mattina i dirigenti della Pianificazione dei servizi hanno inviato un esposto alla procura della Repubblica che dovrà accertare se tra gli atti si ravvisino reati, come si evincerebbe dalle relazioni di tre consulenti nominati dal Comune del Comune. Ma per capire una vicenda così complessa occorre fare un passo indietro.
LA VICENDA La storia inizia il 30 novembre del '93 quando, con delibera del commissario straordinario Renzo Maniscalco viene indetta una licitazione privata per l'affidamento in concessione del servizio di produzione e distribuzione del gas in città. Un anno dopo, il 25 novembre, la gara viene aggiudicata a Conscoop e Cis e l'11 maggio '95 si firma, davanti al notaio Enrico Dolia, il contratto che prevede una concessione trentennale del servizio, compresa la conduzione e la manutenzione degli impianti e delle reti e la gestione amministrativa e contabile.
IL RICORSO Il secondo classificato, Italgas-Metano sarda (poi Medea spa), impugna l'aggiudicazione davanti al Tar che a ottobre '97 respinge il ricorso. Il successivo appello al Consiglio di Stato, a gennaio 2000, dà ragione ai ricorrenti annullando le delibere di aggiudicazione della Giunta. Un anno e mezzo dopo, maggio 2001, il dirigente della divisione servizi tecnologici affida il servizio ai vincitori del ricorso. Iniziano le prime difficoltà: la società viene invitata dall'ufficio contratti del Comune a produrre i documenti per la stipula del contratto e a depositare la cauzione. Italgas sostiene che deve versarla Medea. Nessuno provvede e il primo febbraio del 2002 Italgas-Medea decadono dalla concessione per inadempienza e il servizio viene affidato, con una determinazione dello stesso dirigente dei Servizi tecnologici «provvisoriamente» alla Isgas, società costituita proprio da Conscoop e Cis, le imprese che si erano aggiudicate la gara. Il contratto prevede «la concessione, con diritto di esclusiva su tutto il territorio cittadino per il tempo necessario al completamento degli investimenti del secondo stralcio del progetto e cioè sino al 28 maggio 2004» e la Isgas conferma tutte le condizioni previste dall'atto del '95, compreso l'indennizzo, alla scadenza della concessione, «basato sulla determinazione del valore industriale della rete».
INDENNIZZO, PRIMA RICHIESTA Come si quantifica il valore industriale? Un problema. Tanto che il 22 dicembre del 2003, quando Isgas chiede anticipatamente il pagamento delle competenze maturate, il Comune deve nominare il primo consulente, Giovanni Calvisi, un esperto tecnico-contabile cui chiede di quantificare il corrispettivo da pagare a Isgas. Calvisi propone una transazione che riveda gli accordi precedenti e regoli in modo chiaro la cessazione del rapporto. Dopo il via libera della Giunta, il 19 maggio 2005 viene firmato l'atto transattivo con cui Comune e concessionaria ridefiniscono i rapporti giuridici ed economici fissando un nuovo termine per l'ultimazione della rete del gas: 30 settembre del 2006. Rimane l'aspetto delicato dei soldi. Quanto spetta all'Isgas? Nell'atto di transazione si chiarisce che l'indennizzo si deve determinare non sulla base del valore industriale ma sommando il valore dell'investimento realizzato, dell'ammortamento tecnico affettuato, del risultato economico negativo. Firmata la transazione, chiariti gli aspetti economici, la Isgas preme sull'acceleratore e il 31 dicembre del 2006 consegna al Comune la rete di distribuzione. Ma il 30 maggio 2007 il dirigente dei Servizi tecnologici delibera di prorogare la concessione sino al 30 settembre 2008.
Isgas questa volta non accetta e contesta la proroga perché non effettuata nell'ambito degli accordi previsti nel contratto transattivo.
INDENNIZZO DEFINITIVO Intanto viene determinato l'indennizzo: 40.059.446 milioni di cui 26.843.150 di valore residuo di investimento e 13.216.287 di perdite d'esercizio. Il Comune non paga. E delibera di incaricare tre consulenti di dipanare la matassa.
Ad Agosto, due mesi fa, la decisione di indire la nuova procedura negoziata per l'affidamento provvisorio per nove mesi. Isgas partecipa ma chiede al Tar di sospendere la gara. Il Tribunale amministrativo respinge l'istanza. Lunedì saranno aperte le buste e la gestione sarà aggiudicata. Ma la vicenda giudiziaria non è finita. Perché i consulenti rilevano aspetti penali ed i dirigenti del Comune decidono di rivolgersi ai magistrati.
FABIO MANCA

24/10/2008