Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una bomba ecologica

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2012


Rifiuti e cumuli di polveri inquinanti nel campo nomadi
abbandonato a giugno: la bonifica costerà due milioni

Cenere e granelli di vetro. L'ingresso del campo nomadi è uno spesso tappeto di cocci e resti d'incendio: c'è la plastica squagliata dei copertoni, dei paraurti, delle batterie d'auto smaltite senza troppi complimenti nei fuochi che venivano accesi tutte le notti dai nomadi, fino a poco tempo fa. Un blob indefinito e grigio che ricopre il grande spiazzo di fronte al villaggio. Un villaggio fantasma, abbandonato in fretta e furia una sera di fine giugno a poche ore dalla scadenza dell'ordine di sgombero.
Ora, a oltre un mese dall'esodo forzato, il vecchio campo sosta appare come è sempre stato visto dai vicini abitanti di Mulinu Becciu: una bomba ecologica confezionata a colpi di diossina e polveri inquinanti, raccolte in cumuli altri due-tre metri, che adesso sfidano il vento d'agosto.
LA BONIFICA Per bonificare i terreni imbevuti di acido e Pvc fuso ci vorranno tempo e soldi: due milioni di euro, secondo le previsioni della commissione Servizi tecnologici del Comune. Ma per avere un preventivo attendibile bisognerà aspettare: «Si tratta di un lavoro complesso, che andrà condiviso passo per passo con la Asl, l'Arpas, la Provincia e la Regione», avverte l'assessore Pierluigi Leo. Un discorso a parte per la pulizia del campo: sul terreno i nomadi hanno lasciato tonnellate di rifiuti. Vecchi materassi, carcasse d'automobile, giocattoli, mobili, taniche, motori, serbatoi, bottiglie. Chi aggira le due transenne della Protezione civile che dovrebbero fungere da cancello (il campo è sotto sequestro giudiziario, ma non c'è nessuna traccia dei sigilli del tribunale) viene investito da un odore dolciastro e pungente che ricorda da vicino quello di una discarica. La De Vizia, azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, ha iniziato la pulizia dei terreni giovedì scorso, nonostante le ferie di Ferragosto. I camion hanno cominciato a caricare l'immondezza equamente distribuita su tutta l'area, ma per ora hanno non hanno nemmeno sfiorato le montagne di cenere scura e maleodorante che danno il benvenuto al vecchio campo-sosta.
I BAMBINI E L'ACQUA Dove i bambini, in barba al sequestro e allo sgombero dell'area, continuano a giocare in mezzo al fango e ai rifiuti: vivono in un deposito di container che confina con il villaggio, da cui i genitori prendono l'acqua tutti i giorni. Il rubinetto all'ingresso del campo, quello che per anni è sempre stato aperto ventiquattro ore su ventiquattro, bagna ancora i terreni e crea un piccolo ruscello che si perde in mezzo a un canneto. Solo gli edifici che prima ospitavano l'asilo e gli uffici degli assistenti sociali sono stati circondati da reti metalliche, subito divelte. Sul pavimento del nido, coperto da palline colorate, c'è un vecchio sedile posteriore di una Fiat. Nelle baracche di legno, che contribuiscono a dare un aspetto spettrale al villaggio abbandonato, ci sono ancora i divani e le reti su cui dormivano bimbi, donne e uomini bosniaci. Anche l'odore di bruciato che riempiva e riempie l'aria è lo stesso di prima: come se i roghi ci fossero ancora. «Qui la notte vengono a scaricare immondizia - raccontano da queste parti - o a cercare ferro da rivendere. Qualcuno brucia fili elettrici per ricavare il rame». No, non è cambiato nulla.
Michele Ruffi

 

L'INCHIESTA. L'ipotesi della procura si basa sulla relazione del Noe
«Smaltimento clandestino»
Un inquinamento «incompatibile con la presenza di esseri umani». Quando decise di firmare l'ordinanza di sgombero del campo nomadi, dopo il sequestro dell'area da parte del tribunale, il sindaco Massimo Zedda definì senza mezzi termini la situazione dei terreni stretti tra viale Monastir e la Statale 554.
L'INCHIESTA La relazione dei carabinieri del Noe, depositata in Procura da tempo, evidenzia l'inquinamento e le preoccupanti condizioni di igiene dell'area dove vivono i nomadi. Così il sostituto procuratore Marco Cocco ha chiesto il sequestro preventivo del campo, concesso dal gip Cristina Ornano che ha nominato il primo cittadino custode giudiziale.
L'inchiesta sui rifiuti del campo nomadi nasce dopo la il deposito di un esposto degli abitanti di Mulinu Becciu. I sigilli sono scattati per motivi «igienico-sanitari» e di ordine pubblico. Stando a quanto accertato dai carabinieri del Noe, tra le baracche dei rom venivano trattati scarti di ogni tipo, che hanno di fatto creato una pericolosa discarica abusiva. Ma il sospetto è che attorno al villaggio possa essersi creato un traffico clandestino alimentato da chi cerca di risparmiare sullo smaltimento di rifiuti speciali. Batterie d'auto, oli esausti, Eternit. Ecco perché le trentacinque famiglie che per oltre quindici anni hanno vissuto nelle baracche che guardano da vicino gli uffici della Motorizzazione civile, hanno dovuto abbandonare il campo.
IL CENSIMENTO La polizia e i carabinieri, dopo ripetuti blitz nell'area, hanno identificato 105 persone. Il censimento è servito a programmare il programma di inclusione sociale che prevede anche la sistemazione in alloggi pagati per il primo anno dal Comune. Alcune famiglie si sono trasferite agli inizi di giugno, mentre la maggior parte dei rom ha aspettato la fine del mese, a due giorni dalla scadenza fissata dal sindaco su indicazione della procura della Repubblica. ( m.r. )

 

I fondi
Risanamento:
mancano
i soldi
per il cantiere
Due milioni di euro non sono pochi, soprattutto di questi tempi: il Comune dovrà cercare nelle pieghe del bilancio i soldi necessari per la bonifica del vecchio campo nomadi, ora abbandonato.
La pulizia dai rifiuti, iniziata nei giorni scorsi, costerà invece molto meno: poche decine di migliaia di euro, che andranno come «extra» alla società che si occupa della raccolta dell'immondizia e dell'igiene del suolo in città. Invece sono ancora bloccati i fondi della Regione destinati al progetto di inclusione dei rom firmato dal Comune: l'assessorato alla Sanità e alle Politiche sociali ha reputato generico e incompleto il programma presentato nelle scorse settimane. Il Municipio dovrà integrare i documenti, aggiungendo dettagli. Oltre agli alloggi, i nomadi avranno aiuti per l'inserimento nel mondo del lavoro. I bambini invece dovranno frequentare le scuole.