Rassegna Stampa

Il Sole 24ore

Statali, accordo senza la Cgil

Fonte: Il Sole 24ore
24 ottobre 2008



Testata: Il Sole 24 Ore Data: 24/10/08
Autore: Giorgio Pogliotti Pagina: 23-23
Sezione: Economia e Imprese
Contratti. Le linee guida entro il prossimo mese - A gennaio con il rinnovo in arrivo 70 euro di aumento
Verso l'applicazione della riforma anche nel settore pubblico

ROMA
Sul rinnovo del biennio 2008-2009 del contratto del pubblico impiego il ministro Renato Brunetta ha incassato il sì di Cisl-Fp, Uil-Pa, Ugl - e con riserva di Confsal, Cse e Usae– ad un documento negoziale bocciato dalla Cgil.
Il confronto sul testo, con una parte che riguarda la riforma del modello contrattuale, è avvenuto ieri a Palazzo Vidoni, a pochi giorni dalle proteste indette dai confederali per inizio novembre, a sostegno del contratto scaduto da 10 mesi. A gennaio, se verrà siglato il contratto, i pubblici dipendenti avranno un aumento di 60 euro lordi sui minimi tabellari, in aggiunta ai 10 euro in più per il salario accessorio, per un incremento medio del 3,2% a regime. A dicembre verrà pagata la vacanza contrattuale del 2008, per un ammontare di 100- 110 euro, con gli stanziamenti del governo Prodi. Nell'esprimere «preoccupazione per la limitatezza delle risorse disponibili», il ministro Brunetta ha sottolineato «il segnale costruttivo che arriva in un momento difficile» ed ha aggiunto: «Invece di restare nelle casse statali andranno ai 3,6 milioni di lavoratori pubblici i 6 miliardi assegnati per il rinnovo». Nel dettaglio 2,8 miliardi sono destinati alle amministrazioni centrali, 3 miliardi a Regioni ed enti locali, 200 milioni al secondo livello contrattuale. «Se dovesse mancare la firma della Cgil – ha aggiunto il ministro –potrò avvalermi della norma sull'anticipo del 90% dei fondi, in attesa della chiusura del contratto».
Ma la partita più importante per i sindacati è sul recupero delle risorse tagliate ai fondi che alimentano la contrattazione integrativa. Brunetta ha spiegato che «è in corso l'istruttoria con il Tesoro» per reperire i 530 milioni sottratti dai fondi per le leggi speciali, «in modo che nel 2009 non vi sia alcun taglio delle buste paga », mentre con il decreto 112 sono stati recuperati i 190 milioni tagliati ai fondi unici di amministrazione che «saranno restituiti entro il 30 giugno ». Alle critiche sindacali sulla scarsità degli aumenti, il ministro ha replicato spiegando che «non vi sono spazi per ulteriori stanziamenti», mentre «si può discutere di come distribuire le somme per il secondo livello». Con l'obiettivo di arrivare «in breve alla definizione dell'intero quadro contrattuale», Brunetta riunirà lunedì l'organismo di coordinamento dei comitati di settore per avviare le trattative per Regioni ed enti locali, sanità, Università, Ricerca, Enti pubblici non economici e Presidenza del consiglio.
Sulla definizione di un unico modello contrattuale, triennale, verrà aperto un tavolo tecnico per «definire entro metà novembre le linee guida anche nel settore pubblico», analogamente a «quanto stanno facendo nel privato sindacati e Confindustria ». Tra i sindacati, per Carlo Podda ( Fp-Cgil)«non c'è stata alcuna novità positiva rispetto alla piattaforma che è alla base della nostra mobilitazione», gli «aumenti contrattuali netti sul tabellare di 40 euro, che salgono a 50 euro con la parte accessoria sono del tutto insufficienti», e «a gennaio le buste paga subiranno una decurtazione rispetto a dicembre, a causa dei tagli dei fondi per la contrattazione integrativa che hanno un impatto tra gli 80 e i 200 euro». Gianni Baratta (Fp-Cisl) ha aderito al documento per la ragione oppo-sta, essendo convinto che «il salario accessorio verrà pagato intorno al mese di giugno, ma con decorrenza dal primo gennaio 2009 per circa 500 milioni di euro, più altri 200 milioni ripristinati per la contrattazione integrativa aziendale». Più cauto Salvatore Bosco (Uilpa) che considera il documento «una valida base di discussione per riprendere il confronto poiché c'è l'impegno a reintegrare i tagli ». Di «passi in avanti» parla Renata Polverini (Ugl).
Intanto la Cgil chiama in causa il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che lo scorso 25 luglio aveva pubblicato il Libro Verde di riforma del welfare con l'impegno di sottoporlo ad una consultazione pubblica nei tre mesi successivi: «Ad oggi il governo non ha sentito l'esigenza di conoscere il parere dei sindacati – spiega la Cgil – chiediamo si apra un tavolo di confronto per rispondere alle obiezioni ». Accanto alle critiche di metodo, la Cgil contesta il merito del piano Sacconi che «sostituisce il welfare universale con uno di tipo corporativo».