Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

“Strangolati” dai canoni sanzione

Fonte: La Nuova Sardegna
13 agosto 2012

Nei guai circa seicento famiglie, un tempo morose. Una mozione chiede di ripristinare gli affitti sociali

MUNICIPIO»EDILIZIA POPOLARE




di Roberto Paracchini wCAGLIARI “Canone sanzione”, si tratta solo di due parole che stanno però facendo impazzire circa seicento famiglie. Cagliari da sempre è considerata una città ad alta «sofferenza abitativa» con numerose occupazioni abusive di case o immobili pubblici. In pratica: è difficile dare risposte abitative a tutti coloro che le chiedono, se non a un ristretto gruppo che può permettersi costi (o di acquisto o di affitto) decisamente elevati del mercato privato. Da qui una pressione sociale che sfocia anche nelle occupazioni. Col tempo, però, molte di queste situazioni sono state sanate (a riguardo esiste una legge regionale dell’89) e gli interessati - circa trecento - hanno potuto usufruire legalmente degli alloggi pagando il canone sociale (sulla base del reddito) previsto per le case di edilizia residenziale pubblica. «Sino a poco tempo fa quella norma è stata intesa in termini semplici: a chi si mette in regola con un contratto di locazione - spiega Marisa Depau, consigliere comunale per Sel - viene chiesto di pagare il canone dovuto sia per il futuro che per il pregresso. Ma secondo alcuni la legge non è chiara in quanto si parla pure di un “canone sanzione”. Tutti i Comuni e anche l’ex Iacp (Area) hanno sempre inteso quest’ultimo come canone che deve essere saldato da chi non è in regola. Il Comune di Cagliari, da questa Giunta della cui maggioranza faccio parte, sta invece chiedendo agli affittuari il canone sanzione anche per dopo che ci si è messi in regola: per il pregresso». Così facendo molte famiglie si trovano «a dover pagare fitti anche dieci volte tanto quello che dovrebbero pagare come canone sociale - continua Depau - per non parlare poi degli arretrati. Vi sono famiglie che si sono viste chiedere anche ventimila euro». Non solo: l’amministrazione comunale, dalla passata consiliatura, ha affidato ad Equitalia la gestione di queste pratiche. «E questo si trasforma per gli affittuari in costi più alti, sia per l’aggio spettante a chi fa la riscossione, che per il maturare degli interessi». A queste famiglie ex occupanti abusive, informa Depau, «vanno aggiunte anche quelle che, per un motivo o per un altro, avevano smesso di pagare il canone e che, automaticamente, erano diventate abusive. E a cui viene applicato il canone sanzione anche (per il pregresso) dopo che ci si è rimessi in regola. E pure in questo caso sono interessate circa trecento famiglie». Per tutti questi motivi Depau ha presentato una mozione in cui si chiede al sindaco e all’assessore competente di togliere a Equitalia la riscossione dei fitti degli alloggi di edilizia pubblica e di sospendere le cartelle a “canone sanzione” traducendo il tutto in canone sociale. «In precedenza il Comune ha sempre chiesto il canone sociale per chi si è messo in regola, anche per il pregresso. Ora - spiega Marisa Depau - con questa Giunta, si è cambiato metodo. Gli uffici dell’assessorato al Patrimonio del Comune, nel dubbio dell’interpretazione, hanno chiesto un parere alla Regione, ma questa non ha risposto. Il problema è che si tratta di una questione politica e che deve essere risolta come tale. In questo modo si stanno creando dei problemi seri a circa seicento famiglie. Equitalia, tra l’altro e come previsto dalle norme, chiede i fitti arretrati (in canone sanzione) anche ai figli che hanno abitato dai genitori (morosi) dopo i 18 anni. Ed è capitato che una ragazza che ha abitato con la madre (locataria di un alloggio del Comume, ma non pagante) dai 18 ai 22 anni, e che è andata a vivere a Pisa dove si è comprata una casa...; bene: è capitato che questa giovane donna si sia vista ipotecare la sua abitazione per i debiti della madre verso il Municipio...». ©RIPRODUZIONE RISERVATA