Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le “incompiute” rimandate a settembre

Fonte: La Nuova Sardegna
13 agosto 2012

Alla riapertura dei lavori: la questione-Tuvixeddu, il piano di utilizzo per il litorale e gli interventi nel centro storico

CAGLIARI La settimana di Ferragosto sarà festa anche per la giunta comunale, salvo emergenze impreviste. Il consiglio comunale ha terminato i suoi lavori lunedì scorso. Tra le “incompiute”, le questioni che questo esecutivo pensava di riuscire a definire prima delle ferie mentre ha dovuto rimandarle a settembre, ce ne sono tre in particolare. Innanzi tutto c’è il piano particolareggiato per il centro storico. La questione è attesa dall’aprile dello scorso anno, quando venne “adottato” dalla passata consiliatura. Il che permise di dar luogo anche alle osservazioni. Ora manca il sì definitivo: quello che permetterà l’applicazione pratica del documento. Uno strumento considerato indispensabile per permettere una serie di interventi negli antichi rioni con regole certe. Poi c’è la questione del Pul, il piano di utilizzo del litorale su cui in verità la Giunta di Massimo Zedda ha fatto molto, ma che richiede un iter burocratico (che coinvolge la Regione) che l’amministrazione spera di terminare entro l’anno. Infine c’è una delle questioni più spinose e in grado di suscitare forti polemiche all’interno della stessa maggioranza: il problema-Tuvixeddu. Inizialmente la Giunta aveva presentato una ipotesi di delibera per dirimere la questione legata alla necropoli punico romana di Tuvixeddu e alla lottizzazione edilizia che interessa i piedi del colle. Ma nel documento si faceva riferimento prioritariamente all’accordo di programma del 2000 e non all’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato che fa riferimento al Ppr (piano paesaggistico regionale) che porta a ridiscutere dalla radice i termini del problema e del precedente accordo. Quell’ipotesi di delibera portò diversi consiglieri a chiarire che (tra cui Giovanni Dore, Idv; e Giuseppe Andreozzi, Rossomori) che quella delibera era sbagliata proprio perché non teneva conto delle ultime sentenze. A questo punto il Comune si troverà di fronte una questione che se da un lato porterà alla valorizzazione paesaggistica dell’intero colle (quindi niente nuove costruzioni); dovrà dall’altro affrontare anche questioni legate al fatto che a suo tempo l’amministrazione municipale aveva avuto, proprio in cambio della lottizzazione che ora non si può più realizzare, una quarantina di ettari di colle e l’abbuono di un debito (frutto di un contenzioso perso dal Comune) per circa trentasette miliardi di vecchie lire. Il tutto con sullo sfondo un “arbitrato” in cui la Coimpresa (interessata alla lottizzazione) chiede alla Regione un risarcimento di cinquanta milioni di euro per i precedenti interventi di blocco del progetto edificatorio.Tutte questioni da affrontare a settembre. (r.p.)