Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ai nomadi una villa con piscina

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2012


Ecco dove vivono alcune famiglie sgomberate dal campo sulla 554, sequestrato dalla Procura
 

Viaggio nelle case con giardino, tra marmi e idromassaggio
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Vista da fuori sembra una delle tante case sulla costa quartese, il classico non finito con muri senza intonaco sporcati dalla pioggia e dalla salsedine. Varcato l'ingresso però, gli occhi faticano a mettere a fuoco una villa dai pavimenti in marmo, grande caminetto al centro del salone, bagno con idromassaggio e aria condizionata in ognuna delle quattro camere da letto.
LA CASA È qui che vivono due famiglie di nomadi, che a fine giugno hanno abbandonato il campo-sosta sulla 554, sequestrato dalla Procura e sgomberato dal Comune. Di fronte, a pochi metri, c'è quella che diventerà la nuova casa per altri tre nuclei familiari: un vecchio ristorante che si affaccia su una grande piscina, patio in cotto e centinaia di metri quadri di terreno, fino a pochi giorni fa completamente incolto. I nomadi lo hanno pulito dalle erbacce, hanno aiutato gli operai a portare l'acqua - le abitazioni, disabitate da tempo, non erano più collegate alla rete idrica - e hanno iniziato a scrostare dalla polvere e dalla sporcizia degli anni i pavimenti delle camere.
IL PROGETTO Sono due delle ville sul litorale che il Comune, tramite la Caritas, ha messo a disposizione delle famiglie bosniache allontanate dalle baracche e dai terreni inquinati stretti tra la Statale 554 e il quartiere di Mulinu Becciu. Sarà il Municipio a pagare, almeno per i primi dodici mesi - ma il sostegno potrebbe arrivare fino a due-tre anni - l'affitto delle case.
LE ALTRE VILLE Ma solo in pochi sono stati così fortunati. Nelle campagne quartesi vivono anche altri nomadi, che non hanno trovato nei loro nuovi alloggi un'accoglienza di marmi, piscina e idromassaggio. C'è chi vive in una più modesta casa a due piani, con un grande terreno tutt'intorno dove si possono già notare i bracieri usati per bruciare i fili elettrici da cui si ricava il rame, una delle fonti di guadagno degli ex abitanti del campo. I vicini però, dopo un primo approccio diffidente, si sono dovuti ricredere: a due mesi dal trasloco tutto fila liscio e i carabinieri, che da queste parti passano spesso, si limitano a dare un'occhiata e a salutare i nuovi inquilini.
IN ATTESA Non tutti i nomadi per il momento hanno trovato un alloggio: una bella fetta delle 160 persone - circa la metà è rappresentata da bambini - sono ancora in attesa di una casa e aspettano nelle stanze del seminario Saveriano a Is Mirrionis. L'obiettivo è quello di sistemare le ultime famiglie entro settembre, quando apriranno le scuole: i bambini verranno iscritti (è uno dei punti fermi del progetto di inclusione sociale del Comune) alle lezioni e avranno una vita normale, lontana dal campo dove sono cresciuti.
Michele Ruffi