Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il manifesto elettorale deve superare un'altra prova

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2012


L'opinione
 

di Enrico Pilia
Il Comune ha fatto della tolleranza, dell'inclusione sociale, del beni beniusu sempre e comunque, un manifesto politico. Lo aveva spiegato Massimo Zedda in campagna elettorale, oggi è passato dal pensiero ai fatti un anno dopo il successo alle urne. Il sindaco è idealmente salito sui carri del Gay pride, aprendo - prima di altri - le porte della città alle unioni di fatto, omosessuali o meno non fa differenza. Ha chiuso il campo di residenza dei rom («in caso contrario ci sarei passato io penalmente», ha detto nella recente intervista al nostro giornale), contribuendo alla sistemazione delle famiglie nomadi in altri alloggi. E salvando da sorti diverse e pericolose un centinaio di bimbi di etnìa rom, ma sarebbero potuti essere di Seui o bielorussi. Ma l'azione politica della maggioranza che governa la città non è infallibile. Ed è compito dell'opposizione, dei cittadini e anche della stampa vigilare e commentare su quello che accade e le scelte che si fanno. La vicenda - scomoda, scivolosa, ma anche umanamente piena di significati - delle case assegnate alle famiglie nomadi allontanate dal “loro” campo, scatena commenti di vario tipo. Zedda lo sapeva, tanto da averlo anticipato nella stessa intervista: «Qualcuno vuole stimolare reazioni razziste usando la pancia delle persone». Critiche forti a un'opposizione che oggi chiede addirittura le dimissioni del sindaco. Mediaticamente, quella piscina e il bagno con l'idromassaggio sono segnali forti. Nella tempesta politica, Zedda dimostri di saper tenere il timone. Il resto, quelle posizioni razziste su internet o commentatori fuori registro, è soltanto spazzatura.