Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nomadi, ecco le altre case

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2012


Continuano le polemiche. Il Pdl: «Da Zedda un silenzio assordante»
 

Dall'idromassaggio agli edifici senz'acqua potabile
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A poche centinaia di metri dai marmi della casa con vasca idromassaggio e dall'ex ristorante con vista sulla piscina (al momento vuota) di Flumini, c'è un casolare di tre piani, diroccato e cadente: è qui che abitano altre tre famiglie nomadi da quando il campo-sosta di Mulinu Becciu è stato sequestrato dal tribunale e chiuso dal Comune. Le rifiniture non sono quelle del complesso immobiliare su cui si è scatenata la bufera, soprattutto politica, dei giorni scorsi: appena varcato il cancello d'ingresso, l'accoglienza è delegata a un cumulo di vecchi materassi, fili elettrici bruciati e a un gruppo di bambine, la più grande sette-otto anni, la più piccola completamente nuda, che giocano in una pozzanghera.
SENZ'ACQUA In questa casa, che ha sicuramente vissuto tempi migliori, abitano in venti, forse qualcuno in più. Senza cucina, con un solo bagno, senza acqua potabile. L'edificio non è collegato alla rete idrica e i nomadi, con l'aiuto di alcuni operai mandati dalla Caritas, hanno scavato un pozzo che però mette in circolo nei tubi acqua marrone. «Non possiamo neanche lavare i vestiti», spiegano le donne. I bambini, che sono stati iscritti a scuola e tra un mese dovrebbero iniziare le lezioni, vivono però in condizioni non molto diverse rispetto al campo abbandonato a fine giugno. L'inquinamento dei terreni della 554 è lontano anni luce, ma i piccoli giocano seminudi nel grande terreno di fronte alla casa, in mezzo alla polvere e ai cumuli di rifiuti. Intanto gli abitanti della zona avvertono: «Quest'area non ha servizi, manca l'illuminazione e le case non sono collegate alla rete fognaria. Inserire in questa comunità altre trentacinque-quaranta persone, se non di più, è pericoloso. Non ci sono le condizioni adatte. Poi non ci è stata data nessuna informazione da parte delle istituzioni: il Comune di Quartu deve sapere che cosa succede nel proprio territorio».
LA POLEMICA Il consigliere comunale dell'Udc Gianni Chessa alimenta la polemica sul versante politico (il Pdl ha chiesto le dimissioni del sindaco, che però in questi giorni ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione) e definisce «immorale e inopportuna» l'assegnazione delle case con piscina ai nomadi dopo lo sgombero del campo. «La soluzione migliore? Avrei ospitato i rom nelle case parcheggio, in deroga agli standard abitativi, dove da tempo vivono alcune famiglie cagliaritane». E il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris, in un comunicato, rincara la dose: «Il silenzio assordante del sindaco Zedda e della sua giunta rappresentano, insieme, una fuga dalle responsabilità e la cifra di uno stile di governo manifestamente incapace di dare un senso alle proprie decisioni. Il gruppo consiliare del Pdl avvierà immediatamente una verifica presso i competenti uffici regionali per accertare se lo stanziamento di risorse, finalizzate all'inclusione sociale dei rom, è stato correttamente impegnato».
Michele Ruffi