Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Brotzu, la sosta torna libera

Fonte: L'Unione Sarda
7 agosto 2012

IL CASO. L'annuncio del manager Garau dopo il nuovo blitz degli attivisti del Presidio
 

L'azienda ospedaliera ordina la rimozione delle sbarre
Via le sbarre, il parcheggio del Brotzu torna libero. Questione di giorni, il tempo di rimuovere le opere giudicate abusive dal Comune. Lo ha disposto Antonio Garau, direttore dell'azienda ospedaliera, ultimo atto di una polemica arroventata sfociata ieri mattina in una prova di forza con le tronchesine: arrivati con attrezzi e caschi da lavoro, gli attivisti del “Presidio di viale Trento”, hanno iniziato a smantellare la recinzione che dà su via Peretti. Fermati dalla Digos, hanno ripiegato verso il municipio di via Roma per chiedere l'applicazione dell'ordinanza di demolizione scaduta da qualche giorno. Il manager però li aveva anticipati nel fine settimana.
La svolta è maturata venerdì, in tempo utile per evitare le ruspe comunali. «Ho chiesto alla ditta che gestisce l'area di sosta (Aj Mobilità di Spoleto) di rimuovere le opere contestate e ripristinare la situazione presistente», svela Garau. In parole povere: addio parcheggio a gettoniera nell'area antistante l'ospedale. Si ritorna a su connottu , compresi caos e parcheggiatori abusivi (è onesto ammetterlo) se non si trovano contromisure adatte.
La rimozione delle sbarre è una soluzione temporanea, precisa il direttore del Brotzu: «Torno a sollecitare un dialogo per cercare di trovare una soluzione assieme al Comune per risolvere il problema dei parcheggi dell'intera area. Quello del parcheggio al Brotzu è un problema collettivo che necessità di essere risolto. Nell'interesse di tutti».
AL COMUNE I manifestanti del Presidio non sapevano della novità quando ieri mattina si sono presentati davanti al Brotzu, sfidando i quasi 40 gradi d'afa. Secondo blitz nel giro di pochi giorni con piglio scenografico di questo gruppo di attivisti da mesi attendato nel piazzale della Regione in viale Trento. Nato sull'onda della ribellione anti-Equitalia, il mirino della protesta si è spostato contro quello che giudicano «una speculazione ai danni dei malati e dei cittadini, in primo luogo gli abitanti e i commercianti della zona». Rischiano una denuncia per quanto hanno fatto ieri mattina. Erano una ventina, compreso un pensionato in sedie a rotelle.
Un blitz di pochi minuti, quanto basta per smontare la recinzione che protegge l'area sulla sinistra di via Peretti: un piazzale utilizzato dai dipendenti dell'ospedale, ma accessibile anche alle auto quando il parcheggio a pagamento è completo soprattutto nelle ore di punta. La loro incursione, segnalata da bandiere dei quattro mori e dalle tute da lavoro indossate (casco e giubbotti catarifrangenti) non è sfuggita alla vigilanza. Prima dell'intervento della polizia, gli attivisti sono riusciti a rimuovere la parte di recinzione, veloci e rapidi come può essere solo chi è abituato a frequentare i cantieri. I loro nomi sono finiti in una segnalazione della Digos: l'intervento della polizia ha sconsigliato di andare avanti con l'azione di disobbedienza. Con la divisa da lavoro e bandiere, sono saliti sul pullman che li ha portati in via Roma. Non sapevano ancora di avere vinto.
Antonio Martis