Rassegna Stampa

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Perché la destra a Cagliari non è riuscita a esprimere una sua cultura?

Fonte: web cagliaripad.it
6 agosto 2012

a cura di: Guido Garau
 

Se si votasse oggi, la destra in Sardegna avrebbe serissimi problemi a candidare nuovi volti. Questo perché i capibastone hanno lavorato male, in questi anni, preoccupandosi molto del consenso e poco dei loro partiti, del rinnovamento e della qualità dei quadri dirigenti. Il vuoto è evidente: dietro i leader, o presunti tali, non c'è nessuno. Anche quelli che fino a ieri venivano considerati i "giovani" e che oggi sono diventati adulti non sono ancora riusciti a fare il grande passo: diventare classe dirigente.

I Paolo Truzzu, gli Alessandro Serra, i Toto Sirigu, i Salvatore Deidda e via discorrendo sono anagraficamente più maturi di Massimo Zedda e Matteo Renzi, per dirne due di sinistra, eppure non riescono a essere alternativi a coloro che oggi occupano i ruoli di potere nei loro rispettivi schieramenti.

In questi giorni, riflettendo su questo fatto, mi sono reso conto che il problema non è (solo) politico, e le responsabilità non solo (solo) dei partiti che non riescono a selezionale e valorizzare giovani di valore.

Nel giornale avrei voluto dare spazio e voce a intellettuali, opinionisti, scrittori, musicisti, registi, artisti di destra, per stimolare il dibattito in una citta diventata a furor di popolo, dopo le ultime elezioni amministrative, progressista e "massimalista". Mi sono guardato intorno: dove sono?

La destra non esprime politici alternativi perché non ha un substrato culturale adeguato. Questo è un dato. Sul perché mi piacerebbe sentire qualche opinione