Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Zedda: «Basta filosofare, serve la legge urbanistica»

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2012

 

 

«Servono regole certe sia per gli enti locali che per i privati. E uffici informatizzati. Sul Ppr non si può e non si deve tornare indietro: ha retto bene alle aggressioni»
 

 

di Alessandra Sallemi

CAGLIARI Nuove linee guida per il piano paesaggistico regionale: cosa può succedere a Cagliari se si cancella l’idea che il paesaggio è un valore assoluto da proteggere e che costruire si può più o meno ovunque salvo in alcuni speciali casi? Lenuove linee guida riguardano le coste, le campagne e i centri storici: Cagliari ha coste e un centro storico articolato oltre a casi paesaggistici nazionali come Tuvixeddu. Ha anche 6 mila case private sfitte, la fuga costante di qualche migliaio di persone l’anno molto acausa dei fitti proibitivi e di un’edilizia che costruisce pochi palazzi e tutti di lusso (largamente invenduti, ovviamente). Il sindaco Massimo Zedda: «La questione è più generale, riguarda tutta la Sardegna. La tutela delle coste è un tema sul quale non si può e non si deve tornare indietro. Bisogna capire che cosa si vuole ottenere con questo rimaneggiamento, quali ricadute in termini economici. I problemi nostri, reali, sono di manutenzione e di difficoltà, anche per i proprietari privati, per riqualificare il patrimonio di edifici in città. Il loro uso va ripensato e si tratta di beni non solo del Comune, ma anche di Stato e Regione. Noi crediamo che non si debba sistematicamente cercare di smontare il piano paesaggistico regionale che ha retto bene alle aggressioni ed è stato confermato dalle diverse sentenze che sono state pronunciate e che affermano come non si possa tornare indietro. Quello che si deve fare – continua il sindaco –, quello che è veramente necessario è una legge urbanistica, il dettaglio mancante, lo strumento per dare regole certe ai soggetti pubblici e a quelli privati».

Sulla città in particolare: «A Cagliari - continua Zedda – per aiutare le imprese della città, basterebbe dare corso all’ufficio per l’edilizia privata e all’archivio informatizzato. Noi ci stiamo muovendo in questa direzione, per dotarci di strumenti di governo indispensabili, che davvero semplificano le procedure e accelerano le procedure. L’aiuto ai comuni si dà in questo modo, con i tagli al bilancio che ci sono stati gli strumenti di aiuto vero, concreto, sono questi. Per capirci: ci siamo trovati con pratiche bloccate per il condono del 1985. L’ipotesi di interventi sull’edilizia privata con risorse pubbliche non è più praticabile a causa dei tagli. Ma vorrei sottolineare che dagli enti locali, dai privati, sale forte la richiesta di regole. Continuare a parlare di Ppr non va in questa direzione, il Ppr è solo una cornice, ripeto, bisogna riempirla con le regole altrimenti non ci sarà mai l’auspicatissima certezza del diritto. Le dichiarazioni sulle grandi possibilità che si aprono non servono all’imprenditore e ai privati che non sanno poi cosa fare. Infine, per tornare al Ppr che ora si mette in discussione: quell’impostazione, che deriva dalle norme comunitarie, per noi è garanzia di non spreco delle risorse, di riqualificazione, di attenzione al territorio, di rimodulazione degli assetti idrogeologici. E’ ampiamente dimostrato che il non governo del territorio produce danni inimmaginabili: basta pensare a cosa succede anche a Cagliari ogni volta che piove in eccesso e a quanto si spende per rimediare».Giovani coppie e famiglie con difficoltà economica hanno bisogno di case a prezzi sociali o con canone agevolato: «Si deve puntare a riqualificare gli immobili per riimmetterli sul mercato sia per coloro che sono in difficoltà economica, sia per le giovani coppie. Noi ci stiamo muovendo in questa direzione: sulla scuola di via Donizetti abbiamo un progetto approvato e finanziato per 40 appartamenti di standard abitativi elevati per edilizia popolare ed edilizia agevolata. Riqualifichiamo poi edifici a San Michele e in altre zone della città dove c’è bisogno di interventi».