Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La cella frigorifera funzionava»

Fonte: L'Unione Sarda
26 luglio 2012

CIMITERO. Il Comune respinge le accuse dei familiari di Enrico Gola

«L'impianto di refrigerazione delle celle della sala autoptica del cimitero di San Michele funziona alla perfezione, non è vero che è guasto. Stesso discorso per l'impianto di climatizzazione della sala». Così il vicesindaco, con delega ai Servizi cimiteriali, Paola Piras, sul caso del defunto cui sarebbe stata negata la veglia e la vestizione a seguito dell'inizio del processo di decomposizione dovuto al caldo.
«La realtà è un'altra», sostiene Piras, «il corpo è arrivato in cimitero e, come sempre avviene in questi casi, è rimasto adagiato su una lettiga in attesa che arrivasse la decisione del magistrato di turno sulla necessità o meno di eseguire l'autopsia. Non appena la riserva è stata sciolta ed è arrivata la conferma che l'autopsia non era necessaria, la salma è stata sistemata in una cella refrigerata. Prima di allora è rimasta obbligatoriamente sulla lettiga, come prevede la normativa, perché il raffreddamento avrebbe potuto alterare l'esito dell'eventuale esame autoptico».
In altre parole, se la salma è andata in decomposizione non sarebbe colpa degli operatori del cimitero (che si sono limitati a seguire il protocollo), bensì della lunga attesa per il via libera alla sepoltura. Scontata la rabbia dei familiari del defunto, l'ingegnere cagliaritano Enrico Gola, morto il 7 luglio scorso per un infarto nella spiaggia di Costa Rei. Per ottenere i documenti necessari dal Comune di Castiadas e dal pm ci sarebbero voluti due giorni e, complice il gran caldo, il cadavere non ha retto ed è andato in decomposizione, con il risultato che il medico della Asl ha disposto la chiusura della bara, impedendo ai parenti di vedere per l'ultima volta il loro caro.
Il vicesindaco Paola Piras ha parlato di vicenda dolorosissima. «Un lutto già di per se terribile reso ancora più drammatico dalla situazione che si è creata», ha detto, «la salma è peraltro rimasta a lungo in spiaggia, sotto il sole. Una volta trasportata a San Michele, i familiari non hanno potuto vederla perché il regolamento vieta a chiunque di accedere alla sala autoptica, ad eccezione del personale addetto. Non appena il magistrato ha dato ordine di non procedere all'autopsia, la salma è stata immediatamente sistemata in una cella refrigerata».
Paolo Loche