Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tagli ai Comuni, tensione con il governo

Fonte: La Nuova Sardegna
25 luglio 2012

Centinaia di sindaci in piazza a Roma, ma Giarda conferma le misure. Delrio: «Rischio di conflitto istituzionale e politico»

CRISI»LA PROTESTA




di Maria Rosa Tomasello wROMA Nessuna apertura, nessun passo indietro. Nella giornata in cui i sindaci scendono in piazza a Roma per protestare contro la politica dei «tagli lineari» che rischia di strangolare gli enti locali, trasformandosi per i cittadini in nuove tasse e in minori servizi, finisce nel peggiore dei modi l’incontro tra la delegazione dei Comuni e il governo, rappresentato dal ministro Piero Giarda. All’uscita il presidente dell’Anci Graziano Delrio è furioso: «È andata malissimo – sbotta – e ora c’è il rischio di un pesante conflitto istituzionale e politico. Giarda ha confermato i nostri timori, affermando che non si tratta di tagli agli sprechi, ma di un taglio di trasferimenti». Ma dopo aver contribuito negli ultimi anni con 22 miliardi, con 700 milioni in meno quest’anno e due miliardi in meno nel 2013 i Comuni sono stremati e denunciano l’impossibilità di rispettare il patto di stabilità: «Spero che il presidente Monti si renda conto di questa situazione molto grave» dice Delrio, «la spending review è sbagliata nel metodo e nel merito, come certificato dalla Corte Costituzionale». Avevano immaginato una conclusione diversa, i sindaci, dopo avere incontrato al mattino il presidente Renato Schifani e il presidente della commissione Bilancio Antonio Azzolini: «Ci è stato assicurato che su alcune questioni si può lavorare subito, per esempio sui residui attivi. Ma sulla spending review Schifani non ha promesso nulla». Poco dopo la speranza si è trasformata in rabbia. Per chiedere al governo l’eliminazione della norma sui tagli, centinaia di sindaci si sono ritrovati ieri mattina in piazza Sant’Andrea della Valle con gonfaloni e fasce tricolori uniti nella protesta agli avvocati con cartelli e fischietti in lotta contro contro la soppressione di 37 tribunali e 38 procure. «Siamo molto preoccupati perché se i tagli non vengono mirati agli sprechi si rischia di colpire i servizi essenziali» ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, sottolineando di non essere disponibile all’aumento della seconda rata dell’Imu: «A questa imposta avrei preferito una patrimoniale sui grandi patrimoni». «Da troppi anni si chiede molto a Comuni, Province e Regioni e molto meno all’amministrazione dello Stato» ha accusato il sindaco di Torino Piero Fassino. «La crisi non può essere risolta con la mortificazione dei cittadini» ha ricordato il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, mentre il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo ha definito il provvedimento «iniquo e ingiusto». Perché, lo ha affermato con chiarezza Virginio Merola, sindaco di Bologna: «Se si va avanti col provvedimento, dovremo decidere se aumentare le tasse o tagliare i servizi ai cittadini». Gli amministratori locali che non vogliono più essere «uffici» distaccati dello Stato, come ha detto il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, si preparano alla battaglia finale, annunciata per l’autunno da Delrio: quella sul patto di stabilità che impedisce alle amministrazioni con i soldi in cassa di pagare i fornitori e fare investimenti. «Un patto cieco che non ci mette in condizioni di lavorare» secondo Fassino. «Siamo pronti a sforarlo tutti, ci assumeremo la responsabilità» ha lanciato la sfida Attilio Fontana, Varese. D’accordo Flavio Tosi, sindaco di Verona: «Se concordiamo una protesta contro il patto di stabilità, noi ci siamo».