Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Inseguendo un bus che si chiama desiderio

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2008

Incontro mancato tra un autista e un'adolescente che voleva diventare passeggera



La borsetta scaraventata a terra e un grido strozzato in gola: poteva fermarsi (segue parolaccia). Chissà cosa ha perso di tanto importante quella ragazza in via Manno per colpa di un'autista del Ctm che aveva più fretta di lei di arrivare a destinazione. Un appuntamento di lavoro (magari di quelli che potrebbero cambiarti la vita) oppure più semplicemente col fidanzato o ancora più banalmente col Poetto per un tuffo fuori stagione.
In ogni caso quel palo con la fermata a richiesta del Ctm dovrebbe rimanere piantato oltre che sulla cima della strada anche in un programma di rieducazione del personale che gestisce il trasporto pubblico. “Urbano”, come si dice nelle trattative per il rinnovo del contratto, anche se non tutti ricordano il significato di quella parola.
Perché lo scatto da centometrista e la preghiera al conducente di premere sui freni e aprire quelle dannate porte del bus si sono rivelate per quella ragazza un desiderio da film d'epoca. Diciamo che l'autista non si è accorto della preghiera urlata e inascoltata di un'adolescente, che, recuperata la borsetta, ha proseguito in lacrime verso la fermata successiva. Insomma, al volante è capitato un tizio duro d'orecchie. Hanno sentito tutti in via Manno, meno lui, nonostante i finestrini spalancati. La faccenda si potrebbe risolvere in pochi minuti con una visita accurata alla Asl per il rinnovo della patente. Ma i suoi colleghi magari potrebbero chiedersi se quello della ragazza lasciata a fine corsa (la corsa di lei) sia un caso isolato. Oppure se la tendenza di alcuni dipendenti a disbrigare sbuffando anche una semplice richiesta d'informazione non determini quel clima di ostilità dei passeggeri che mette sotto accusa il sistema del trasporto pubblico. Accadeva su Alitalia e capita ancora oggi su altre grandi aziende, ad esempio Ferrovie dello Stato (per non parlare di quelle della Sardegna) o Tirrenia, nutrite dai contribuenti per consentirgli di viaggiare e muoversi liberamente. Diritto garantito dalla Costituzione. Che purtroppo non approfondisce il tema della cortesia del personale verso chi sale su un mezzo pubblico. E chi stacca i biglietti chiaramente ne approfitta.
GIAMMARIO GIGLIO

18/10/2008