Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Il sultano tra cene di gala e affari

Fonte: Sardegna Quotidiano
16 luglio 2012

 Porto

 

Il presidente dell’autorità portuale smentisce: il sultano dell’Oman, dice, è venuto a Cagliari per fare una vacanza, per ora nessun accordo commerciale. Questo dice Piergiorgio Massidda, che nei mesi scorsi era andato e tornato dal Paese arabo per incontrare e invitare il padrone dei maxi yacht (e delle venti mercedes e dei Boeing 747 parcheggiato in aeroporto) ormeggiati al Molo Ichnusa. Ma la domanda per la quale si cerca una risposta è una: cosa è venuto a fare in città, in Sardegna, Qaboos bin Said Al Said? Viene difficile credere che abbia mobilitato un esercito di 1500 persone, tra seguito e equipaggio, solo per guardare Castello dal porto: una bella visuale, già decantata da Sergio Atzeni, ma non certo sufficiente a giustificare un così enorme dispiegamento di uomini e mezzi. Anche le offerte alla città, finora, non sono state all’altezza delle aspettative. Il sultano si portava dietro i racconti della sua visita a Bari del 2008: prima di andare via regalò Rolex d’oro al sindaco e diede una festa della quale, nel capoluogo pugliese, ancora si parla. Per Cagliari, finora, c’è stato solo il concerto della banda reale nel sagrato di Bonaria: qualche ora di intrattenimento accompagnata dall’of - ferta di succhi di frutta gelati e acqua fresca per gli ospiti. Non un banchetto principesco, nel quale qualcuno forse sperava. Le voci si rincorrono, rimbalzano sulla stampa nazionale (L’Espresso) quelle che circolano da mesi in città: il principe da mille e una notte vuole comprare il Forte Village, forse si è spinto fino a Tuerredda, ma ha messo gli occhi anche su qualche struttura del versante orientale del Golfo degli Angeli. E non è escluso un interessamento per la flotta di Meridiana. Di certo c’è che non si muove di persona. Per lui lavora uno staff che va a caccia di affari e di investimenti. E suoi emissari hanno visitato il resort di Santa Margherita, e hanno perlustrato anche Villasimius. Di più, su eventuali acquisti in grande stile, non trapela. Non arriva nessuna conferma su affari conclusi anche perché pare che quella di questi giorni sia stata una visita per sondare il terreno. A meno che qualcosa non emerga dalla sontuosa cena di ieri notte, alla quale sono stati invitati, tra gli altri, Piergiorgio Massidda e il sindaco Massimo Zedda, che si sono seduti alla ricca mensa di Al Said assieme ad altri “notabili” della città: a fare gli onori di casa c’era l’am - basciatore omanita. Ha declinato l’in - vito, invece, il presidente della Regione Ugo Cappellacci, che ha già aerto un canale con un altro principe arabo: l’emiro del Quatar, incontrato a fine giugno con l’uomo di fiducia di Berlusconi, Valentino Valentini. Sullo sfondo rimane il futuro del porto, che è al centro del’interessamento di Massidda per la venuta del sultano. Il porto canale è da rilanciare e non è escluso che gli uomini di Al Said decidano, anche a breve, di dirottare i loro traffici commerciali adesso concentrati su Gioia Tauro. I tempi per un’eventuale trattativa si allungano: la partenza dell’omanita era prevista per oggi ma pare che in aeroporto sia tutto pronto per domani, o forse lunedì. Resta il segreto anche sull’addio. O l’arrivederci. E. F.

IL MOLO UN TERMINAL SIMBOLO DELLA BEFFA

Lo sbarco del sultano ha portato molti curiosi sulla strada del Molo Ichnusa e, di conseguenza, ha convogliato l’attenzione anche sul terminale crociere, adesso inaccessibile per ragioni di sicurezza anche per chi ci lavora, gli agenti marittimi. Una struttura nata male, in cerca di un futuro. I turisti, lì, non sono mai sbarcati: l’ex sindaco Emilio Floris lo ha utilizzato per il suo discorso di commiato alla città, alla fine della scorsa consiliatura. C’è stato, in passato, qualche concerto. Un po’ poco per un terminal costato cinque milioni di euro che avrebbe dovuro essere il fiore all’occhiello del porto. Purtroppo però chi lo ha progettato non aveva fatto i conti con il fondale troppo basso, tanto basso da non poter accogliere navi di grosse dimensioni. Un errore commesso quando alla guida dell’autorità portuale c’era Nino Granara, al quale, nonostante numerosi annunci, non ha posto rimedio nemmeno il successore Paolo Fadda. Massidda spariglia e ne realizzerà un altro. E il vecchio rientra nei progetti per il porto dei quali ha parlato ieri con Zedda