Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Comune s’impunta e salva le scuole

Fonte: La Nuova Sardegna
9 luglio 2012

Le autonomie scolastiche del capoluogo restano 21, lettera dei sindaci dell’area all’assessore Milia



ENRICA PUGGIONI E’ aberrante dimensionare gli istituti con criteri di mera finanza La Regione può avere un grande ruolo

CAGLIARI Cagliari e Bologna sono le due città italiane portate a esempio sul quotidiano Repubblica perché hanno salvato tutte le autonomie scolastiche. In altre parole: aCagliari scuole e piani dell’offerta formativa nel 2012-2013 saranno gli stessi dell’anno precedente nonostante i criteri restrittivi del dimensionamento scolastico chiesto dal ministero e totalmente accettato (è l’accusa formulata nei giorni scorsi) dalla nostra Regione. Cosa diversa è l’organico: qui i problemi ci saranno perché il federalismo scolastico non è ancora compiuto, gli organici dipendono tuttora dal ministero e quindi dalla direzione scolastica regionale la quale non nominerà i necessari dirigenti scolastici e amministrativi. L’assessore alla Pubblica Istruzione Enrica Puggioni ha spiegato pubblicamente che la Regione il 7 febbraio scorso di fatto aveva chiesto che si stravolgesse l’intera rete scolastica cagliaritana e questo doveva addirittura avvenire in pochi giorni. «Ci siamo impuntati – ha spiegato l’assessore – abbiamo anche inviato alla direzione scolastica regionale una memoria in cui ricordiamo la previsione della legge 482 che afferma le specificità linguistiche e quindi numeri meno restrittivi per il dimensionamento scolastico. Tra l’altro noi il riconoscimento necessario l’abbiamo ottenuto: nel 2002 la Provincia ha deliberato la nostra specificità linguistica. E’ aberrante interpretare il dimensionamento soltanto come razionalizzazione finanziaria, la scuola è il primo motore di riqualificazione sociale. Le nostre autonomie 21 erano e 21 sono rimaste. Noi riconosciamo il ruolo della Regione, lo rivendichiamo rispetto al ruolo dello Stato,la Regione si deve dotare di una legge sull’istruzione per essere realmente competente nell’affrontare questo vasto tema». Alla Regione si sono rivolti i sindaci dell’area vasta di Cagliari con una lettera proposta dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda in cui si chiede di affrontare in un tavolo unico i problemi legati al dimensionamento stabilendo come priorità il livello formativo e operando perché questo possa essere mantenuto nonostante l’emergenza economico-finanziaria di questi anni. «I problemi che devono essere considerati al tavolo regionale – spiega Puggioni – sono i trasporti, le aree a rischio sociale, l’edilizia scolastica. Questi sono problemi drammatici che concorrono alla dispersione scolastica elevata. Anche di recente la Corte Costituzionale ha dichiarato che l’organizzazione scolastica nel territorio non può essere decisa dallo Stato e le regioni che l’hanno presentato hanno vinto il ricorso contro il dimensionamento scolastico disegnato dallo Stato. Noi a Cagliari per esempio dobbiamo ragionare per dare servizi , un terzo della nostra popolazione studentesca è pendolare. Poi, il modello pedagogico va studiato, si sente l’esigenza di rafforzare i servizi all’infanzia e di ragionare sul tempo prolungato per capire secondo quale modello vada costruito. A proposito del tavolo di concertazione: è già previsto nel processo di dimensionamento, la Regione raccoglie le sintesi delle province, le quali fanno lo stesso lavoro con i comuni. Le riforme dei modelli scolastici – continua l’assessore – devono essere accompagnate dariflessione sulle esigenze del territorio. Noi abbiamo avviato un tavolo proficuo col provveditorato provinciale, in questa sede raccogliamo le reali criticità di ogni singolo istituto, ragioniamo sui diversi modelli per ogni area, che si incrocia con i temi dell’organico di fatto e di diritto di competenza dei provveditorati. Noi certamente ci batteremo per avere l’organico, le figure dirigenziali sono indispensabili, fanno un grosso lavoro». Per ora la direzione regionale alcuni dirigenti li ha messi in mobilità. (a.s.)