Rassegna Stampa

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Poetto all’amianto, indagini sul passato: ecco l’articolo che testimonia che tutto si sapeva già dal

Fonte: web Castedduonline.it
29 giugno 2012


29/06/2012 02:00
Primo piano

Ora le indagini sul Poetto all’amianto potrebbero concentrarsi anche sul passato: adesso che sono stati trovati 150 chili di amianto soltanto tra la quarta e quinta fermata, dove sta l’origine dell’inquinamento? Quel che preoccupa è che chi era al corrente non è mai intervenuto. Perchè che sotto la sabbia del Poetto ci fosse l’amianto si sapeva almeno dal 2004. Da una vecchia rassegna stampa di Legambiente spunta infatti questo articolo della Nuova Sardegna del 2004, a firma di Stefano Ambu, nel quale venivano denunciati tutti i rischi della presenza di eternit al Poetto. La domanda è: perchè in otto anni nessuno si è preoccupato di intervenire? Vi riportiamo qui sotto integralmente l’articolo della Nuova pubblicato il 24 gennaio 2004, a quasi due anni dal ripascimento.

“Sabbia grigio topo, sporcizia, pietre e ora anche amianto. Per il Poetto un’altra tegola, di quelle che fanno male alla salute: decine e decine di pezzetti di eternit sparsi per l’arenile. Grigi come la sabbia, quasi invisibili. Concentrati soprattutto poco prima dello stabilimento balneare dell’aeronautica, a metà strada tra il lungomare e la battigia. Frammenti di eternit finiti lì chissà come e chissà perché: sotto le scarpe di chi porta a spasso il cane o fa footing in riva al mare. E presto anche sotto gli asciugamani di chi col primo sole andrà al Poetto a prendere la tintarella. C’è il rischio di prendere qualcos’altro, invece: l’amianto dal 1992 è materiale fuori legge perché – la scienza ormai è sicura – fa male alla salute.
Sulla pericolosità dell’amianto, nella letteratura scientifica non ci sono quasi più dubbi. Le lastre in eternit sono realizzate attraverso un impasto di cemento e amianto (di solito del tipo crisotilo) con una concentrazione del quindici per cento. Quando le lastre in eternit possono diventare pericolose? Quando rilasciano nell’aria le fibre. E quando possono rilasciare le fibre? Quando sono abrase, segate, perforate, spazzolate. O comunque deteriorate. Risultato? Per gli studiosi le fibre, quando siano di certe dimensioni, possono provocare anche il tumore ai polmoni. Questo è il quadro generale. Se e quanto siano pericolosi i frammenti di eternit ritrovati al Poetto lo dovrà stabilire al più presto la Asl. Finora non è stata presentata nessuna denuncia. Il fenomeno eternit al Poetto è stato avvistato da un paio di giorni. Grigi i frammenti del cocktail di cemento e amianto usato un tempo nell’edilizia per i tetti, grigia anche la sabbia: quasi impossibile notare i pezzetti di eternit. Ma ci sono. E sono decine e decine. Basta aguzzare la vista: quadrati, rettangoli, triangoli di pochi centimetri quadrati. Un tempo erano lastre di eternit belle grandi. E qui cominciano le domande. Come sono finiti al Poetto?. Mistero. Prima ipotesi. La spiaggia è stata usata come discarica da qualche impresa edile. Dove non si sa. In qualche stabilimento lì vicino o magari in qualche cantiere lontano: scoprirlo sarà compito delle forze dell’ordine qualora, come ormai sembra inevitabile, dovesse essere aperta un’inchiesta. Rifiuti abbandonati durante la notte e poi sparsi nell’arenile da piogge, vento e mareggiate. E ora lì, conchiglie pericolose che forse per il momento, tra il vedere e il non vedere equivoci, è più prudente guardare e non toccare. Seconda ipotesi, ripascimento. E se l’eternit arrivasse dal mare? I tubi utilizzati nell’operazione Zirone Balletto potrebbero aver riportato in spiaggia insieme a sabbia e pietre anche altro. Magari, ma anche questa è un’ipotesi tutta da verificare, i resti di qualche vecchio casotto abbandonati in mare l’anno del repulist. Terza ipotesi: il pericolo arriva sempre dall’acqua. Ma la colpa è delle mareggiate e non dei tuboni di Balletto e Zirone. Tutto da chiarire, però. E presto. Anche perché ogni giorno, soprattutto quando c’è il sole, passano da quelle parti fans del footing, studenti in vela o in sciopero, aficionados delle romantiche passeggiate in riva al mare, habituè dello spuntino a pranzo ai chioschetti. Decine e decine di persone che chiedono di sapere qualcosa. E di non vedere più eternit nella loro spiaggia. Vita dura per il Poetto, da un paio d’anni a questa parte: il ripascimento lo ha trasformato in una landa grigia, brutta e piena di pietre. Ora un altro assalto. Molto pericoloso. Di mezzo non c’è solo il paesaggio, ma anche la salute”. di Stefano Ambu