Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Nessun lavoro «Alla fame da sei mesi»

Fonte: Sardegna Quotidiano
28 giugno 2012

La storia

 

ANT’ELIA Ignazio Argiolas e la moglie raccontano la loro vita di disperazione: «Fateci guadagnare almeno il pane»

 Ignazio Argiolas è diabetico e cardiopatico. Ha bisogno di medicine ma non ha neanche i soldi per il ticket. Una storia ai margini, come tante altre a Cagliari, che non vengono alla luce. ma gli “Ignazio Argiolas” sono tanti in città. Martedì sera era tra i precari comunali che hanno bloccato i lavori del consiglio. Gesto dettato dalla necessità di ottenere un lavoro. «Vero», specifica con determinazione, «che sia almeno stabile». Quella di Ignazio Argiolas, 56 anni 4 figli sulle spalle, è una storia di disperazione: da gennaio è senza occupazione, insieme a sua moglie Daniela Campus. Nessun reddito per una famiglia che fino all’anno scorso campava grazie ai cantieri regionali del lavoro. Poi lo stop imposto dai tagli alle risorse, una graduatoria per i “fortunati ”che ancora non c’è, ed i circa 700 euro al mese che consentivano ai due di sopravvivere svaniscono all’improvviso. «Oggi viviamo con i 200 euro che ci danno i servizi sociali e i 249 euro della mia pensione d’inva - lidità», racconta il diretto interessato mentre cerca di cacciare indietro le lacrime, «qualcosa da mangiare ci arriva dalla Caritas, ma non basta», dice. Non serve per restituire la dignità ad Ignazio e a Daniela, entrambi schiacciati da una vita di lavori saltuari che duravano dagli otto agli undici mesi. A complicare le cose, poi, si sono aggiunti anche i problemi di salute: Daniela è stata operata quattro volte di tumore, Ignazio ha avuto un infarto nel 2011. Si è salvato per miracolo, il diabete è stata una delle conseguenze. Da gennaio sono rimasti senza nulla: si arrangiano come possono mentre gli oggetti preziosi della famiglia venivano ceduti pezzo dopo pezzo insieme ai servizi di piatti e bicchieri. L’ultima spiaggia, fare i venditori abusivi di arselle. «Siamo andati allo stagno di Santa Gilla», rivela ancora Ignazio, «tutto il giorno con la pala », aggiunge sua moglie, «ma poi abbiamo scoperto che bisognava essere iscritti alla cooperativa». Registrazione che non è gratis, quei soldi non ci sono. Allora resta soltanto il mercatino della domenica di viale Trieste. Ma anche lì gli affari scarseggiano: «Ci svegliamo alle quattro del mattino, domenica scorsa abbiamo racimolato solo dieci euro», dicono i due. E intanto la disperazione cresce: «Ho tentato il suicidio per due volte», ammette Argiolas mentre gira la faccia dall’altra parte per non far vedere le lacrime, «la terza volta ci riesco». I figli, neanche a dirlo, sono tutti disoccupati. Mentre la piccola di casa, 15 anni appena, ha deciso di lasciare la scuola e trovarsi «un lavoretto per dare una mano», spiega un po’ dispiaciuta mamma Daniela. Le porte a cui hanno bussato sono state tante, poche quelle che si sono aperte: i servizi sociali del Comune, che segue la coppia, la Caritas con la spesa. Ma nessuno ha offerto ai due quello che vogliono veramente: un lavoro per uscire dal vicolo cieco. F. O.