Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Unioni civili, sì al registro

Fonte: L'Unione Sarda
28 giugno 2012

CONSIGLIO. Coppie di fatto, La Destra annuncia: chiederemo un referendum

Zedda: «A Sant'Elia passerà la metro leggera»

Il registro delle coppie di fatto diventa realtà: il Consiglio approva il nuovo regolamento per le unioni civili per tutte le convivenze tra persone maggiorenni. Al secondo giorno di dibattito l'aula ha dato il via libera con 25 voti a favore, 10 voti contrari e 3 astenuti, proprio nel giorno in cui fuori dalle stanze di Palazzo Bacaredda sono arrivate critiche e addirittura ipotesi di referendum sull'argomento. Cagliari diventa l'ottantaseiesima città dove le coppie - sia eterosessuali che omosessuali - saranno riconosciute dall'amministrazione a prescindere dalla celebrazione del matrimonio. È il sesto Comune in Sardegna dopo Tortolì, Porto Torres, Atzara, Tissi e Banari.
LA DISCUSSIONE Dopo il lungo dibattito di martedì, ieri sera il Consiglio ha concluso senza grandi polemiche la discussione sul regolamento. Le critiche maggiori però sono arrivate dal coordinamento cittadino del Pdl e da La Destra. «Invece di occuparsi dei problemi di tutti i cagliaritani», dice il vice coordinatore pidiellino Salvatore Deidda rivolgendosi alla Giunta e alla maggioranza, «hanno voluto approvare questo inutile provvedimento per fare una bella passerella al Gay pride di sabato prossimo e annunciare di aver accontentato le associazioni gay promotrici dell'evento. Ma i registri realizzati nelle altre città sono stati un fallimento».
IL REFERENDUM Daniele Caruso, segretario provinciale de “La Destra”, parla invece di «un atto dettato dall'ideologia, che promette ipocritamente a forme di convivenza di vario tipo, la possibilità di accedere ai benefici che l'amministrazione in materia di diritto alla casa e ai servizi sociali». E aggiunge: «La Destra studierà nei prossimi giorni la possibilità di permettere ai cittadini cagliaritani di esprimersi sulla materia attraverso un referendum consultivo abrogativo».
SANT'ELIA Intanto ieri il sindaco Massimo Zedda ha spiegato al Consiglio, rispondendo a un'interrogazione di Gaetano Marongiu (Pd), quali sono i programmi per Sant'Elia. I soldi per cambiare volto al quartiere potrebbero arrivare dal piano straordinario che il governo nazionale sta preparando per i capoluoghi. «Il programma prevede che vengano finanziati progetti che riguardano quartieri periferici e già cantierabili», ha detto Zedda. Il Comune cercherà di finanziare il passaggio della metropolitana leggera nel quartiere, il completamento del porticciolo e la riqualificazione dello stadio. Il sindaco ha anche annunciato due nuove nomine nei Cda delle società partecipate dal Comune: Luigi Sotgiu, ex presidente dell'Ersu, sarà consigliere d'amministrazione nella Scuola civica di Musica, mentre Donatella Lecis farà parte del cda dell'Istituto ciechi.
Michele Ruffi

 

Polemica per una lettera
Depau striglia
il Consiglio
Il Pdl: si dimetta

«Penso sia utile partire da alcuni dati oggettivi: in un anno si sono tenute circa 90 sedute di Consiglio, nel corso delle quali sono state approvate 25 mozioni, 46 ordini del giorno e 82 delibere consiliari, di cui 46 di iniziativa della giunta, 24 di iniziativa consiliare e 12 di iniziativa degli assessorati. Dall'esame della maggior parte degli ordini del giorno e delle mozioni approvati emerge la loro scarsa utilità». Il giudizio del presidente del Consiglio Ninni Depau è impietoso: l'Aula ha fatto poco, e soprattutto ha fatto cose di poco conto. La sua opinione è stata messa nero su bianco in una email inviata prima ai colleghi del gruppo Pd e della maggioranza, che poi è stata resa pubblica e inoltrata anche alla minoranza. Nella lettera, Depau ipotizza anche di ridurre le riunioni di Consiglio a una sola seduta settimanale. E sulla base di questo documento, ieri in Aula il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris ha chiesto al presidente del Consiglio di dimettersi: «La sterilità del dibattito consiliare se c'è, è dovuta alla mancanza di proposte di delibera della Giunta», ha detto Farris. «Ma la cosa che più ci ha dato fastidio è che nella sua lettera si è rivolto solo alla maggioranza. Il ruolo del presidente del Consiglio è un altro. Deve fungere da contraltare al sindaco e per evitare che il primo cittadino possa essere il soggetto che dirige i lavori dell'Aula. La sua dovrebbe essere una funzione super partes, così non è stato. Ha condotto i lavori con autorità, senza avere l'autorevolezza, da maestrino o da ufficiale. Torni qui tra i banchi del Consiglio e si dimetta».
LA RISPOSTA Depau ha ricordato di avere «un illustre predecessore che è stato segretario cittadino di Forza Italia e presidente del Consiglio», cioè Ghigo Solinas, e ha chiarito: «Si tratta di email privata, che invio costantemente e che sarebbe dovuta rimanere tale». Sulla richiesta di dimissioni ha risposto: «Il regolamento prevede la possibilità di revocare il mandato. Segua quella procedura. Io sono il primo che mette in discussione il proprio ruolo, mi auguro che anche lei, acquistando autorevolezza da capogruppo, lo faccia. Il maestrino non sono io e nemmeno lei, siamo qui a dare il nostro contributo». ( m.r. )
Reg. Trib. di Cagliari - Decreto n. 12 del 20-11