Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«Tre carri e festa: lotta per i diritti niente scandali»

Fonte: Sardegna Quotidiano
25 giugno 2012

Verso il gay pride

 

IL CORTEO I primi dettagli della manifestazione del 30 giugno al Poetto, in prima fila le Drag Queen. L’organizzatrice dell’Arc: con Queeresima abbiamo scosso le coscienze, non più invisibili

Sarà all’insegna della festa il primo gay pride della Sardegna. Tre, per ora, i carri previsti. Il corteo che sfilerà il 30 giugno lungo il Poetto sarà aperto dalle moto e dai ciclisti. All’Ottagono poi ci saranno i diversi interventi: per ora già programmati quelli, scontati, dei rappresentanti del Mos (Movimento omosessuale sardo) e della Cgil. Ma l’elenco degli oratori dovrebbe allungarsi: gli organizzatori stanno definendo il programma in questi giorni. I festeggiamenti, che eguiranno alla parte più “politica”, continueranno nel locale notturno Go-Fish. Qualche dubbio c’è ancora sul percorso effettivo di quello che potrebbe essere un lungo serpentone umano: non si sa se passerà sul lungomare o se il serpentone dovrà subire delle deviazioni, tutto dipenderà dal calendario delle bonifiche per l’amianto che stanno interessando in questi giorni la spiaggia dei Centomila. Sicura la presenza delle Drag Queen: scelta quasi obbligata per ricordare i morti di StoneWall, storico bar gay del Greenwich newyorchese: assaltato dalla polizia nel giugno del ’69 e difeso a costo della vita proprio dalle drag. Si trasformò poi nel cuore pulsante del movimento di liberazione omossessuale.

Quanto poi ai timori dei benpensanti su presunte offese al buongusto e al decoro la replica dell’Arc, l’associazione cagliaritana degli omosessuali che sta organizzando la manifestazione non lascia dubbi: «Ci sono ben altre cose che possono turbare il buongusto. La nostra manifestazione ha l’obiettivo di rivendicare dei diritti che in molti paesi ancora mancano: in sette c’è ancora la pena di morte per gli omosessuali», ribatte decisa Francesca Corona. «Non trovo nulla di strano sulla partecipazione delle drag: il movimento deve moltissimo anche a loro, da sempre in prima fila nelle nostre battaglie. Ognuno deve essere libero di manifestare come vuole. Noi lo facciamo con quella che vuole essere una grande festa, il tema di fondo, che è quello dell’omofobia, resta ed è sempre presente».

Conquista di diritti che ancora non ci sono e non saranno persi di vista neanche durante il primo gay pride dell’isola: «Rivendichiamo i nostri e alla nostra maniera: il modo in cui lo facciamo non ha nulla di illegale né di proibito. È così che vogliamo ricordare i tanti ragazzi uccisi solo per essere gay», rivendica ancora Francesca. Per poi stilare un bilancio, senz’altro positivo, della “Queeresima 2012”, lunga kermesse di 40 giorni che non solo ha coinvolto i cagliaritani ma ha avuto il grosso merito di toccare un tasto dolente come quello dell’omofobia: «Abbiamo decisamente scosso le coscienze su una questione spinosa come l’omofobia», dichiara soddisfatta la Corona. Non solo: «La partecipazione ha anche coinvolto tutte le categorie, la pluralità dei contenuti inserita tra i vari eventi ha di certo aiutato». Quello che conta e che «la città ha riposto molto bene, il pubblico delle diverse manifestazioni era eterogeneo. Siamo finalmente usciti dall’invisibilità e siamo orgogliosi di esserci riusciti». Francesca Ortalli