Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Teatro lirico, la carica dei trenta

Fonte: La Nuova Sardegna
25 giugno 2012



Oggi si leggeranno i curricula, ma la scelta del sovrintendente sarà a discrezione del cda




CAGLIARI L’elenco c’è, i nomi si conosceranno nei prossimi giorni ma è da questa lista che il consiglio di amministrazione del Teatro Lirico sceglierà il futuro sovrintendente. Sono trenta le domande pervenute alla segreteria della Fondazione. Nei prossimi giorni verranno aperte le buste e il cda avvierà la lettura dei curricula tra i quali si dovrà scegliere quello più adatto per il ruolo di sovrintendente. «Previa verifica dei requisiti, i potenziali candidati – ha detto il sindaco – saranno inseriti in una long list, senza alcuna graduatoria, avente mero scopo esplorativo. La selezione sarà fatta, a insindacabile giudizio, dal consiglio di amministrazione, cui spetta la nomina del sovrintendente». La scelta che il sindaco e il cda dovranno compiere non sarà facile. Servirà un manager motivato, che si dovrà accontentare di compensi e disponibilità finanziarie ridotte all’osso, che non potrà promettere fantasmagoriche stagioni, e che dovrà avviare una ricostruzione che sarà lunga e non semplice. Cagliari da questo punto di vista vive gli stessi problemi delle altre tredici Fondazioni. Se infatti il Carlo Felice di Genova (teatro guidato da Di Benedetto prima dell’esperienza cagliaritana) e il Verdi di Trieste sono agli ultimi posti nella classifica dei teatri virtuosi, stilata dal mensile “Classic Voice”, il San Carlo di Napoli è al secondo posto dopo La Scala di Milano. E il Massimo di Palermo è in testa per l’esercizio 2011, chiuso con un utile superiore a1,3 milioni. Per Cagliari l’obiettivo è incrementare, e non diminuire il numero degli spettacoli. Impossibile arrivare a quota 300 l’anno, come si accingerà a fare la Scala, ma rispetto ai dati di adesso, inserendo anche le attività decentrate, l’incremento è d’obbligo. Il punto è che chiunque venga scelto dovrà necessariamente lavorare su due binari: incrementare la produttività e cercare nuovi introiti, sia pubblici, che soprattutto privati. Non sarà facile per il nuovo manager risollevare nel giro di pochi mesi le sorti del teatro, ma dalla sua chiunque sarà scelto avrà un vantaggio di non poco conto: non potrà sbagliare. Perché in questo caso a rischio, visti i tagli progressivi al Fondo unico per lo spettacolo e le non floride condizioni delle casse degli enti locali, il suo fallimento comporterà la fine del Teatro così come lo hanno conosciuto i cagliaritani. (g.cen.)