Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Obbligati ad andare nelle case

Fonte: L'Unione Sarda
25 giugno 2012

È mistero sulle abitazioni dove vivranno in affitto: molte saranno nell'hinterland

I rom: «Lasceremo il campo della 554 entro fine mese»

«Siamo costretti ad andare nelle case dei sardi». Eloquente il commento di Saltana Ahmetovic dopo il vertice tra Prefettura, Comune, Regione, Provincia, forze dell'ordine e Caritas a cui hanno partecipato anche quattro delegati dei rom che popolano il campo della 554, che entro il 2 luglio non dovrà più essere abitato da nessuno.
L'INCONTRO Durante la riunione i rom hanno assicurato che entro fine mese abbandoneranno il campo, ma questo non significa che saranno felici di farlo. «Abbiamo chiesto ancora una volta un'altra area dove poter andare - prosegue Ahmetovic - ma ci è stato detto che per adesso non esistono altre zone a disposizione». I rom hanno dunque annunciato che se ne andranno via prima del limite prestabilito, e che non ci sarà bisogno dell'intervento delle forze dell'ordine.
LE CASE Caritas e Comune sono ancora in cerca di tutte le case da offrire alle famiglie della comunità che a fine mese abbandonerà, finalmente, il campo della 554. Tutte abitazioni che saranno affittate con contratti firmati dagli stessi rom, che quindi avranno anche la possibilità di valutare se la casa a loro offerta andrà bene. In caso contrario saranno liberi di sceglierne un'altra di loro gradimento. Ancora misteriose buona parte delle abitazioni dove andranno a vivere a partire dal mese di luglio le famiglie, per adesso trapelano solo alcune indiscrezioni. Si parla di Quartu (zona Margine Rosso), Quartucciu, Monserrato, San Sperate. Un po' tutto l'hinterland, insomma, mentre a Cagliari, anche se per ora non c'è nulla di ufficiale, non ci sarebbe grande disponibilità: «Vorrei sapere dove andranno a vivere queste persone - spiega Gianni Chessa, consigliere comunale dell'Udc - attualmente, a meno che non ci sia un piano segreto, mi risultano grosse difficoltà a trovare case disponibili». Dal Comune fanno sapere che l'amministrazione non si sta occupando di trovare le case, compito che sta portando avanti la Caritas, che avvisa il Comune ogni volta che viene trovata un'abitazione per i rom.
LA POLEMICA Più di una proposta, nei giorni scorsi, è arrivata dal centrodestra cittadino per sistemare i rom. Si è parlato dell'area della Curia di via Monsignor Cogoni e della zona industriale. «Sparate raccapriccianti - accusa Antonello Pabis, rappresentante dell'Asce (Associazione sarda contro l'emarginazione) - di coloro che hanno tenuto i rom segregati ed esclusi da ogni opportunità, dei primi responsabili della situazione odierna». Poi un complimento ai rom: «Dandoci una sonora lezione, hanno detto che non vogliono fare concorrenza agli altri sardi che attendono un'abitazione, stando tranquillamente negli ultimi posti della fila senza voler essere coinvolti in nessuna polemica per decisioni prese da altri».
P.C.C.

 

LA STORIA. L'inaugurazione dell'area risale alla Giunta Delogu
Da progetto-modello a zona di degrado
Quando fu inaugurato, alla fine del '95 (c'era la Giunta guidata da Mariano Delogu) era considerato un campo modello, nessuno si sarebbe mai immaginato che sarebbe diventata un'area invivibile.
Il campo destinato ai rom sulla 554 fu realizzato proprio per togliere la comunità dall'area di via San Paolo, considerata troppo degradata per ospitare delle persone, gran parte delle quali minorenni. Ma il luogo dove fino a fine mese rimarranno i rom non è poi tanto migliore. Anzi, c'è chi dice che sia diventato addirittura peggio del campo dove vivevano all'inizio degli anni Novanta.
La situazione è precipitata negli ultimi mesi, con l'ordinanza di sequestro giudiziale dei terreni sulla Statale e quella del sindaco Massimo Zedda, che prevede lo sgombero del campo entro il 2 luglio con l'obiettivo di «tutelare i beni fondamentali della salute e dell'ambiente».