Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La musica d’estate fa i conti coi debiti

Fonte: La Nuova Sardegna
1 giugno 2012



Guerra tra gli organizzatori di spettacoli, ma con la crisi e i ritardi dei contributi pubblici l’urgenza è affrontare i protesti

INCHIESTA»BILANCI IN ROSSO




di Mauro Lissia wCAGLIARI Debiti, assegni e cambiali protestate, fornitori e collaboratori che bussano a quattrini: durissima la vita degli organizzatori di spettacoli musicali da quando gli enti pubblici hanno dato un taglio ai contributi. Fino a qualche anno fa non si badava a spese, c’era Pantalone a coprire le sbavature dei bilanci e a chiudere un occhio su rendiconti non sempre puntualissimi. Poi sono arrivati i controlli della Guardia di Finanza, le inchieste giudiziarie conseguenti, soprattutto la crisi economica che ha ridotto la disponibilità finanziaria di Regione, Provincia e Comune moltiplicando i ritardi cronici nel saldo dei contributi, condizionati anche dal patto di stabilità. Risultato: nella stagione in cui l’amministrazione Zedda investe mezzo milione di euro per offrire agli operatori e al pubblico un’arena spettacoli davanti al mare di Sant’Elia, destinata a far dimenticare il teatro romano e la Fiera campionaria, gli organizzatori si dibattono in un mare di debiti, fra ingiunzioni e minacce di fallimento. Come se la lunga stagione dei concerti estivi si fosse esaurita, lasciando spazio a una guerra tra poveri, combattuta sui social network a colpi di post avvelenati, dove ciascuno rinfaccia agli altri i flop e i buchi nel bilancio. VOX DAY. Ma qual è la reale situazione del settore, a un mese dalle prime date dell’estate? Chi sembra stare meglio di tutti è Vox Day, una piccola impresa a conduzione «familiare» che da tempo ha aggirato il monopolio cagliaritano per spostare gradualmente la sua offerta sui centri vicini al capoluogo. Bilancio in ordine, zero debiti e nessuna procedura esecutiva in corso, la società del cantautore rock Davide Catinari e di Serenella Massacci naviga la crisi a vista, calibrando i programmi su un pubblico mirato, senza gigantismi e con il realismo di chi conosce da vicino l’ambiente: Vox Day ha chiuso il 2010 con un disavanzo di appena 5900 euro, come dire che i conti tornano e si può andare avanti. PEOPLEWAY. Diversa la situazione di PeopleWay, la società del chiacchieratissimo imprenditore veneto Andrea Caldart: il suo progetto per il Teatro del Mare, uno spazio modulare per gli spettacoli offerto gratis al Comune, è stato bocciato prima ancora che qualcuno lo esaminasse. Troppe voci su Caldart, che pure mostra in pubblico il proprio certificato dei carichi pendenti: nessun procedimento penale nel passato e nel presente, onesto fino a prova contraria. Caldart però ha un problema: incarna in sé l’immagine dell’operatore in difficoltà. La Make&Song, di cui era soltanto socio, è finita davanti al giudice fallimentare. Poi c’è la vicenda legata al mercatino di Natale di Quartu, anno 2010: la Pro Loco, che organizzava la manifestazione insieme al privato, non ha mai versato alla PeopleWai quant’era stabilito malgrado un decreto ingiuntivo e la società di Caldart ha «bucato» circa 10 mila euro destinati ai giovani che hanno lavorato al progetto. E’ una vicenda finita più volte sui giornali, che ha gettato un’ombra sull’imprenditore di Feltre, con paginate su Facebook e post velenosissimi. Alla fine dovrebbero contare i numeri contenuti nella contabilità, ma PeopleWay, società giovanissima, non ha ancora depositato il primo bilancio. Così risultano a carico del sodalizio amministrato da Caldart due decreti ingiuntivi per 29 mila euro e un’immagine compromessa anche dai rapporti tutt’altro che idilliaci con le amministrazioni pubbliche: un profluvio di lettere e di richieste d’atti con Regione e comune di Cagliari, un confronto aspro col sindaco Massimo Zedda e la tendenza naturale a depositare negli uffici della Procura il resoconto di ogni torto subìto, vero o presunto, per chiedere giustizia. SARDEGNA CONCERTI. C’è infine l’accoppiata Sardegna Concerti-Sardinia Jazz, le società cooperative dei fratelli Massimo e Michele Palmas, un grande passato alle spalle fatto di jazz ad altissimi livelli, un’offerta raffinata soprattutto quando a guidare le scelte artistiche c’era il compianto giornalista Alberto Rodriguez, anni di sostanziale monopolio nei rapporti con gli enti pubblici in grado di finanziare la musica. Adesso anche i due sodalizi storici, privati per l’intervento della Procura e della Sovrintendenza archeologica della concessione dell’anfiteatro, lottano per non soccombere alla crisi. Chiuso il bilancio 2010 con perdite per 18 mila euro (Sardegna Concerti, presidente Maria Gabriella Manca) e di 13 mila euro (presidente Michele Palmas) le due coop sembrano viaggiare a vele spiegate verso il tracollo finanziario: 60150 euro di cambiali e assegni a vuoto protestati al 21 maggio 2012 per Sardegna Concerti, 121 mila tra cambiali e assegni per Sardinia Jazz, cui si sono aggiunti tre decreti ingiuntivi: due li ha richiesti l’ente Fiera della Sardegna - 70 mila euro a Sardegna Jazz e 30 mila a Sardegna Concerti - e il terzo una società di elaborazioni grafiche (67 mila a Sardegna jazz). Sembrerebbe un saldo negativo terrificante, in parte compensato da contributi concessi ma non ancora erogati: è il problema di tutte le organizzazioni di spettacoli, che anticipano somme consistenti e spesso non riescono a incassarle in tempo per arginare le iniziative dei fornitori. Pende poi sul capo dei fratelli Palmas e di Maria Gabriella Manca un processo penale in corso e un’altra inchiesta nata da un esposto dell’aspirante concorrente Caldart, sulla scia delle condanne passate in giudicato ai tempi mitici del jazzino. I Palmas puntano ora sul festival di ottobre a Monte Claro, ma dalla presidenza della Provincia fanno sapere che non c’è ancora una delibera per la concessione del parco, solo un intendimento. Questione di forma o di opportunità?