Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Zedda punta sui privati il Cagliari: «Lavori da 37 milioni»

Fonte: Sardegna Quotidiano
31 maggio 2012

Sant’Elia

 

GLI STADI Il sindaco: a breve concorso di idee per dare alla città una struttura polivalente. Ecco la relazione dei tecnici di Cellino: restaurarlo costa più di un impianto nuovo. Progetto per San Paolo

di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it

Secondo il Cagliari costa meno ricostruire un nuovo stadio che ristrutturare il Sant’Elia. Ma il sindaco va avanti col suo progetto di affidare i lavori a «seri operatori privati » per la realizzazione di un impianto polivalente che possa «anche » ospitare le partite del Cagliari. E ieri i tecnici di Cellino hanno portato in Comune un progetto per lo stadio in via San Paolo, mentre vanno avanti i lavori a Quartu dove la squadra dovrebbe emigrare. Dopo l’inizio stagione a Trieste. È sempre complicato il gioco di incastri per la vicenda stadio, ma sul Sant’Elia le visioni restano contrapposte: il Cagliari vorrebbe costruire uno stadio moderno e il Comune si affida al concorso di idee stabilito dal Consiglio comunale per la riqualificazione. LA RELAZIONE SUL SANT’ELIA 36,3 milioni per gli interventi di adeguamento strutturale e messa in sicurezza, a cui si dovrebbero aggiungere anche altre spese. Questo è il succo della relazione tecnica che il Cagliari ha presentato al Comune il 24 maggio, anche se in quell’incon - tro tecnico all’ordine del giorno c’era l’area di via San Paolo. Ieri c’è stato l’ennesimo colpo di scena e i tecnici dei rossoblù hanno presentato un progetto per lo stadio nuovo in via San Paolo. La relazione che l’ingegnere Mario Marongiu ha consegnato a Palazzo Bacaredda giovedì scorso esamina nel dettaglio le condizioni dello stadio partendo dalla sua costruzione del 1970. «Le principali cause del degrado dello stadio Sant’Elia sono da attribuirsi in modo particolare alla vicinanza della struttura al mare e quindi esposta all’aria salmastra oltre che all’attacco dell’anidride carbonica presente in atmosfera - si legge nella relazione - ne consegue il degrado del calcestruzzo esposto all’aria che diventa poroso e la conseguente formazione di ruggine che, occupando un volume di molto superiore al volume del metallo corroso, determina la nascita di forze espansive in grado di staccare ed allontanare il calcestruzzo a contatto (copriferro)». E proprio il copriferro sarebbe uno dei problemi che lo stadio si porta avanti dalla nascita, perché se il Sant’Elia venisse costruito ora in riva al mare, in base all’attua - le normativa, lo spessore del copriferro dovrebbe essere non inferiore a 4,5 centimetri. Marongiu scrive anche che in base alla legislazione in vigore nel 1970 lo spessore sarebbe comunque dovuto essere di almeno 3,5 centimetri mentre «di fatto siamo in presenza di un calcestruzzo molto scadente con classe di resistenza bassa e con copriferro tra 1 e 2 centimetri». Scrive ancora l’ingegnere del Cagliari: «Volendo esprimere un giudizio complessivo si può affermare che lo stadio, nonostante siano trascorsi solo 42 anni dalla sua costruzione, ha raggiunto uno stato di degrado tale che, tecnicamente, appare difficile giustificare la sua conservazione». L’AUTOGOL DEL CAGLIARI Ieri il sindaco ha riepilogato gli incontri- scontri con il Cagliari rispondendo a due interrogazioni dei Riformatori Sandro Vargiu e Roberto Porrà. Massimo Zedda si è soffermato sulla questione che ha definito «un autogol del Cagliari»: il pignoramento verso terzi (Sky e Lega Calcio) per i debiti della società nei confronti del Comune. Zedda ha spiegato che era stato il Cagliari a volere la causa contro il Comune, ma l’ha persa ed è scattata la richiesta di pignoramento. La società ha poi chiesto di rimettere tutto in discussione e rivolgersi a un arbitrato, ma il Comune giovedì scorso ha comunicato di rifiutare l’azzardata proposta di Cellino.