Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Apriamo l’Ikea dentro il Sant’Elia»

Fonte: La Nuova Sardegna
31 maggio 2012

Provocatoria proposta del consigliere comunale Pd Piergiorgio Meloni: «Un modo per rilanciare la struttura sportiva»

STADIO»CRISI&SVILUPPO



PIERGIORGIO MELONI Al di fuori del campo vi sono 48mila metri quadrati: una parte può essere data alla società svedese in cambio di un intervento sul resto

di Roberto Paracchini wCAGLIARI Sant’Elia resta alla città: è un patrimonio del Comune che va salvaguardato. Il sindaco Massimo Zedda lo ha ribadito più volte, quest’anno. Ma il problema grosso è capire come riutilizzarlo e, soprattutto, con quali risorse. «Per questi motivi ritengo che l’amministrazione municipale debba fare uno sforzo di fantasia per individuare nuove strade - sottolinea Piergiorgio Meloni, consigliere comunale Pd - da anni tutti noi sappiamo che l’Ikea ha tentato diverse volte di aprire un suo punto vendita nell’area di Cagliari. Allora perché non utilizzare questa possibilità proprio per lo stadio di Sant’Elia?». A suo tempo la società svedese fabbricante di mobili aveva sondato il terreno con alcuni imprenditori del settore: per verificare la presenza di un terreno nell’hinterland dove realizzare un suo stabilimento di vendita. «Il mio ragionamento è semplice - continua Meloni - noi sappiamo che nello stadio di Sant’Elia esiste una parte, all’interno del perimetro della struttura ma al di fuori del campo e delle tribune naturalmente, di 48mila metri quadrati. Bene e visto che questa parte può essere chiusa, perché non proporla all’Ikea». A suo tempo (oltre 15 anni fa) erano stati predisposti tre progetti di recupero del Sant’Elia. Ognuno prevedeva la realizzazione di una parte chiusa: per attività commerciali, sportive e altro. Poi, tra le altre cose, vi fu la rivolta dei commercianti che lamentarono che un’altra città mercato sarebbe stata, per loro, esiziale. Per molti anni, però, parlare dello stadio e, soprattutto, confrontarsi col Cagliari-calcio era quasi tabù (potenza del gioco del calcio e di chi lo guida). Così tutto restò fermo. Adesso il sindaco Massimo Zedda ha posto alcune questioni in maniera chiara (lo stadio è un patrimonio della città e della Sardegna e non si tocca) e chiesto al Cagliari calcio (a Massimo Cellino nella sua qualità di presidente) di pagare gli arretrati della convenzione col Municipio. «A questo punto, e visto che Cellino pare voglia realizzare uno stadio da altre parti - prosegue Maloni - io propongo che una parte di quei 48mila metri quadrati venga data all’Ikea in cambio (nella parte restante) della realizzazione di una serie di altri locali per piccoli esercizi commerciali o imprenditoriali, da cedere al Comune. L’amministrazione, a sua volta, potrebbe cedere questi immobili con affitto bassissimo a giovani imprenditori: per agevolarli nell’inizio della loro attività». E la protesta dei commercianti? «L’ikea vende mobili, si tratta di un settore particolare. Inoltre l’Ikea potrebbe funzionare come volano per tante altre attività visto che arriverebbero un po’ da tutta la Sardegna» Lo stadio, però e per definizione, ha una vocazione sportiva. «Certamente - precisa Meloni - e l’Ikea potrebbe dare un grande aiuto: come avviene da altre parti non sarebbe difficile stimolare questo gruppo a sponsorizzare una sua squadra o iniziative sportive. Quindi altri finanziamenti. Non dimentichiamo poi che lo stadio è una struttura da utilizzata in vari altri modi: per manifestazioni sportive, certamente, ma anche per grandi eventi culturali, dai concerti alla lirica (perché, tra l’altro, non si pensa a utilizzarlo per i grandi eventi al posto di realizzare un altro impianto-eventi?, a me sembra assurdo, ora lo stadio è agibile)». Per Meloni, attorno allo stadio c’è «tutt’ora troppo immobilismo, quasi che gli interessi forti continuassero ancora a prevalere».