Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Da pietra filosofale a causa di tumori

Fonte: L'Unione Sarda
31 maggio 2012

I RISCHI. Il chirurgo e oncologo Renato Versace spiega gli effetti del minerale
 

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L'amianto è un minerale entrato in commercio a fine Ottocento come pietra “ideale”, perché resiste al calore ed è duttile. «Poteva essere la pietra filosofale perché permetteva di essere utilizzata in tutti i campi: dall'edilizia alla cantieristica navale o ai treni, per la coibentazione interna», spiega Renato Versace, direttore del reparto di Chirurgia toracica e direttore del dipartimento di Chirurgia oncologica dell'ospedale Businco.
RISCHI IN SONNO L'Italia è stata un grande produttore di amianto fino al 1992, quando entrò in vigore la legge 257 che bandiva l'estrazione, la lavorazione e la commercializzazione dell'asbesto (un altro nome con cui viene chiamato l'amianto) e prescrive la bonifica delle zone contaminate. Ma con la legge non sono finiti i problemi legati a questo materiale. Anzi, sono appena iniziati, perché «il tempo di latenza affinché una fibra di amianto possa provocare una patologia tumorale è molto lungo, va dai 30 ai 50 anni», spiega Versace. Ecco perché in questi anni stanno morendo le persone venute a contatto con la sostanza negli anni '70. «Il picco di mesotelioma, il tumore legato all'amianto, è previsto per il 2020, a trent'anni dall'entrata in vigore della legge», specifica il medico.
LE MALATTIE Questo tumore «è altamente maligno e riguarda pleura, peritoneo e pericardio e porta alla morte in sette-otto mesi». La malattia si manifesta con «una gravissima insufficienza respiratoria e dolori violentissimi. È un tumore tra i più coinvolgenti dal punto di vista del dolore». L'incidenza nella popolazione è di «2,2 casi per milione di abitanti». Dunque non è frequente, «ma è in crescita», rivela Versace, che per spiegare la situazione attuale usa una metafora: «I frutti di questo albero devono ancora maturare».
COME SI CONTRAE La fibra di amianto è 1.300 volte più sottile di un capello. Una specie di borotalco, «un aerosol che arrivava fino agli alveoli. Il problema è che se entra non esce, la fibra ce la sposiamo», evidenzia il medico. Non è un caso che la malattia più frequente sia l'asbestosi, una “malattia da polvere”: «La fibra inalata “ingessa” il polmone e la pleura e impedisce di ossigenare il sangue. Negli anni può diventare mesotelioma». Altre malattie sono il carcinoma polmonare, «che ha un'incidenza maggiore ma la relazione con l'amianto non è netta come nel caso del mesotelioma e dell'asbestosi».
Un rimedio però c'è ed è la diagnosi precoce: se si è stati esposti all'amianto, specie per periodi prolungati, in casi di sintomi come forti dolori ai polmoni e insufficienza respiratoria recarsi da uno specialista. (m. g.)